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Come Nesta e Mustafi, Mihajlovic esalta Romagnoli

Da Roma a Genoa, sponda blucerchiata. A 20 anni Alessio Romagnoli ha già conquistato tutti per la sicurezza da veterano che esprime nel cuore della difesa ligure.
A cura di Maurizio De Santis
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Alessio Romagnoli, difensore centrale, vent'anni da compiere e una montagna da scalare: far bene a Genova per (ri)conquistare la maglia della Roma e magari arrivare fino in cima, alla casacca della Nazionale. Nella Capitale aveva capito che per lui ci sarebbe stato poco spazio e quando la Samp, che aveva bisogno di un'alternativa a Mustafi (ceduto al Valencia), s'è fatta avanti non ha avuto remore. Mihajlovic e Genova, i blucerchiati e una piazza ideale nella quale affermarsi, per il centrale giallorosso rappresentavano una garanzia: vittoria nel derby, terzo posto, prestazione da incorniciare, euforia alle stelle. Tutto incredibilmente bello per il giovane che s'è lasciato Trigoria alle spalle e se n'è andato per la sua strada. Nella valigia ha messo tutto: i sogni accanto alle scarpette e nel cuore quella voglia matta di ritagliarsi un posto di rilievo nel calcio italiano ricco di talenti (che scappano all'estero) da scoprire e da valorizzare. Come Nesta, paragone altisonante che Romagnoli accetta: è un complimento, non un peso; più che il peso della responsabilità avverte il dovere della sfida. Alla sua età può permetterselo. "Non mi aspettavo queste parole da parte del mister, mi hanno fatto piacere, ma è meglio che non ci penso troppo – ammette a Sky Sport -. Mustafi ha fatto benissimo qui, poi è andato a vincere un Mondiale".

Il derby è un'emozione che gli è rimasta sotto pelle. Lo spettacolo delle Curve e poi l'esplosione di gioia al gol di Gabbiadini hanno scandito i momenti eroici di una serata da ricordare. "Non mi aspettavo di giocare. Abbiamo ascoltato le parole del nostro allenatore che è riuscito a trasmetterci grande serenità e questo è importante. E poi abbiamo costituito un ottimo gruppo, altro fattore fondamentale".

Da Roma a Genova inseguendo l'Azzurro. "Volevo andare via perché desideravo giocare con maggiore continuità, né ho parlato con il direttore (Sabatini, ndr) e l'allenatore che mi hanno concesso il via libera. Per adesso sono concentrato sulla Sampdoria. Cosa farò a giugno? Vedremo solo a fine stagione". L'Azzurro è la maglia della Nazionale: oggi quella dell'Under 21, domani… "Sarebbe un sogno andare in nazionale maggiore ma nemmeno ci credo". Testa bassa e lavorare, niente grilli per la testa. La strada è (ancora) in salita.

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