Come è morto Davide Astori, la nuova super perizia spiega le cause del decesso
Come è morto Davide Astori? Qual è stata la causa del decesso avvenuto a 31 anni il 4 marzo scorso a Udine? Perché il cuore dell'ex capitano della Fiorentina ha smesso di battere durante la notte, mentre si trovava da solo nella stanza d'albergo dove alloggiavano i viola? Le conclusioni e, con ogni probabilità, la verità sulla tragedia che ha sconvolto il club toscano e il calcio italiano, sono raccolte nel dossier redatto dal super-consulente nominato dalla Procura di Firenze e finito sul tavolo del procuratore capo Giuseppe Creazzo.
Ne dà notizia il quotidiano La Nazione che spiega come dall'esito dei riscontri fatti dal professore Domenico Corrado – considerato una sorta di luminare in tema di cardiomiopatie – dipenderanno la posizione e le scelte degli inquirenti: ovvero, decidere di archiviare il caso oppure proseguire nell'inchiesta per omicidio colposo che dovrà risalire a eventuali responsabilità, presunte negligenze commesse nella catena dei controlli medici a cui l'ex calciatore è stato sottoposto in carriera prima della morte avvenuta a marzo scorso. Nel fascicolo trasmesso alla Procura di Firenze, infatti, oltre agli accertamenti svolti sul corpo del calciatore, c'è anche tutta la storia clinica e dei test sanitari effettuati ai tempi del Cagliari e della Roma.
Tachiaritmia, la causa della morte di Astori
La prima perizia sulla morte di Davide Astori venne affidata al professor Gaetano Thiene e al suo collega Carlo Moreschi, entrambi ritenuti medici altamente qualificati. In base alla loro versione dei fatti, l'ex capitano della Fiorentina non sarebbe morto per la bradiaritmia (tesi inizialmente fornita per spiegare perché e come era avvenuto il decesso) ma per una tachiaritmia.
Che differenza c'è tra bradiaritmia e tachiritmia? Il cuore del giocatore non avrebbe rallentato il battito fino a fermarsi ma, al contrario, avrebbe iniziato a pulsare secondo una frequenza più veloce del normale fino al collasso. Cosa significa? Che quell'accelerazione improvvisa, come se qualcosa gli fosse esploso in petto, fu fatale.
Astori poteva essere salvato? Sì ma era solo nella stanza. L'ex capitano della Fiorentina non aveva compagni di stanza. L'ultima sera l'aveva trascorsa assieme al portiere e amico, Sportiello: avevano giocato alla playstation e poi Astori aveva fatto ritorno nella sua camera. Tra i due ci fu anche un simpatico scambio di sms: "Hai lasciato le scarpe qui", scrisse l'estremo difensore. "Le prendo domani", rispose Astori. E quello fu l'ultimo contatto, l'ultimo messaggio prima che nella notte rimamesse vittima del malore. Poteva essere salvato? Secondo i super esperti, sì: se qualcuno avesse chiamato aiuto e lui soccorso in tempo forse avrebbe potuto superare la crisi cardiaca provocata dalla tachiaritmia.
I precedenti di Morosini e Puerta
La cardiomiopatia aritmogena ventricolare destra è lo scompenso silente che ha provocato la morte di Piermario Morosini e dello spagnolo Antonio José Puerta Pérez. E potrebbe essere stata anche la causa che ha stroncato la vita di Astori: un difetto di funzionamento del muscolo cardiaco che può restare invisibile al tracciato elettrocardiografico, anche se il calciatore lo effettua sotto sforzo. Nel dossier depositato sul tavolo della Procura c'è indicato ogni cosa.