Come avrebbe giocato il ‘Lecce dei miracoli’ con Cuadrado, Muriel e Vucinic in campo
Ben 16 punti in classifica, 6 dalla capolista Pescara. Il Lecce vuole sperare nel grande salto e l’esempio del Benevento di due anni fa, non fa che accrescere la convinzione nei tifosi salentini. Ci proverà con la forza di una squadra composta da un mix di giovani ed esperti. Giocatori pronti a far riempire nuovamente il ‘Via del Mare’. Proprio come accadeva con il ‘Lecce dei miracoli’. Già, così venivano chiamati i giallorossi di Puglia quando in rosa, l’ormai ex club dei Semeraro, poteva contare su giocatori del calibro di Vucinic, Bojinov, Chevanton, fino a quelli attuali: Cuadrado e Muriel, oggi protagonisti in Europa e in Italia. Abbiamo voluto formulare una sorta di 11 particolare, composto dai giocatori che nel corso degli ultimi 25 anni hanno scritto la storia di questo club rilanciandosi poi in piazze ancor più importanti. Ecco dunque il magico 11 del Lecce se non avesse ceduto i suoi gioielli nel corso degli anni.
Stagione 98/99, l’ultima di Lorieri
Tutti ricorderete sicuramente i vari Chimenti, Benassi, Sicignano o Rosati, ma Fabrizio Lorieri resterà sicuramente uno dei portieri più adorati dal popolo salentino. Si consacrò al ‘Via del Mare’ dal 1995 al 1999 con la maglia giallorossa dopo alcune non esaltanti esperienze in giro per l’Italia, eccezion fatta per quella ad Ascoli dal 1989 al 1993. In Salento ottenne due promozioni consecutive (dalla C1 alla B e dalla B alla A).
Nella stagione 1997-1998 fu titolare in massima serie con il Lecce, che però poi retrocesse. Da grande bandiera però, nella stagione 1998-1999, in Serie B, conquistò nuovamente la promozione in Serie A con i pugliesi. Nel 99/2000 restò nella rosa dei giallorossi ma davanti aveva Chimenti acquistato dalla Roma e che a Lecce ha scritto pagine importante della storia del club pugliese. Ma Lorieri resta la valida alternativa in porta.
Difesa tosta ma efficace sugli esterni
Il modulo è altamente offensivo visto l’alto tasso tecnico là davanti. Ma la difesa ne è di certo da meno. In un linea a 4 abbiamo immaginato come terzino Marco Cassetti a destra che, arrivato a Lecce dopo 3 anni al Verona, si affermò in Italia con la Roma diventando poi uno dei punti di riferimento con il primo Spalletti in panchina. A sinistra, oltre a Max Tonetto, chi se non il campano Erminio Rullo, cresciuto nel settore giovanile dei salentini e portato in prima squadra da Zeman nella stagione 2003/2004.
Oggi gioca ancora nel Fasano I due centrali invece: Dario Dainelli e Matteo Ferrari. Solo una stagione per loro due in Salento, ma quanto basta per farsi conoscere dalla Serie A che ben presto li ha adottati rendendoli per parecchio tempo dei veri e propri punti di riferimento. Per Dainelli oggi la Serie B è ancora realtà a 40 anni con la maglia del Livorno di Lucarelli.
Il Lecce ai capitani
Sono senza ombra di dubbio loro i punti di riferimento di questa storia. Due giocatori capaci di scrivere la storia del club e conquistare soddisfazioni su soddisfazioni con la maglia giallorossa. Nel mezzo abbiamo infatti voluto inserire i capitani. Il primo, Guillermo Giacomazzi, fu acquistato da Corvino nel 2001 che lo tenne con sé al Lecce fino al 2007. Poi le esperienze a Palermo ed Empoli prima del ritorno al Via del Mare dal 2008 al 2013 in cui nel 2009 vestì per la prima volta la fascia da capitano.
Al suo fianco poi un osso duro come Cristian Ledesma. In un torneo in Svizzera nel 2001, fu notato sempre dal Ds Corvino che fece di tutto per portarlo a Lecce. La consacrazione nella stagione 2002/2003 con Delio Rossi in panca prima di finire alla Lazio dove ha scritto la storia del club conquistando anche due Coppa Italia (nel 2008/2009 e 2012/2013) più una Supercoppa Italiana nel 2009. Oggi a 36 anni gioca con la Pro Piacenza di Giannichedda in Serie C impegnata domenica nella stracittadina.
Attacco stellare!
Ecco, ora abbiamo diversi problemi. Ma partiamo dalla prima certezza. A destra piazziamo lui. E’ bastata una sola stagione, 2011/2012, per far entrare Juan Cuadrado di diritto in questa speciale formazione. 33 presenze e 3 gol per il colombiano che oggi, dopo Fiorentina e Chelsea è uno dei pupilli di Allegri nella Juventus. Al centro del terzetto, Ernesto Chevanton. Con la maglia del salentini, si piazzò al quarto posto nella classifica all-time dei giallorossi.
Lui e Giacomazzi gli unici ad aver segnato almeno un gol nelle prime tre categorie del calcio professionistico italiano. A sinistra il pupillo di Corvino, Valeri Bojinov, cresciuto nel vivaio del Lecce, debuttò in Serie A nel 2002, a 15 anni, diventando così il più giovane calciatore straniero ad aver esordito in Serie A.
Il suo primo gol, a 17 anni, nel 2004. Davanti come unica punta possiamo inserire Mirko Vucinic, sempre frutto delle intuizioni di Corvino, fu portato in Salento nel 2000 e ben presto si consacrò in Italia con le maglie di Roma e Juventus.
Ma non è finita qui..
La nostra indecisione è però davvero tanta. E volendo potremmo anche dire che così, la squadra sarebbe già perfetta. Ma a Lecce, anche solo per una stagione, sono passati giocatori importanti. E allora come fare a non pensare a questo undici senza inserire uno come Osvaldo. L’ex Atalanta, Bologna, Fiorentina, Roma, Juventus e Inter. Solo una stagione, 2006/2007 per realizzare però 8 gol in 31 presenze. Niente male. Così come non possiamo non considerare anche Graziano Pellè.
Eroe della Nazionale italiana di Conte, spuntato fuori dal nulla nell’Europeo 2016 prima di quell’ignobile cucchiaio contro la Germania, nato a San Cesario, vicino Lecce, con i salentini ha giocato dal 2003 al 2006 (nel mezzo il prestito al Catania) non segnando però neanche una rete. Ma il tribudio dell’attacco del Lecce, lo vogliamo far raggiungere con Luis Muriel.
Ben 7 gol in 29 presenze nella stagione 2011/2012, bastarono all’Udinese per strapparlo ai salentini prima di approdare poi alla Sampdoria e ora al Siviglia. Questo, sarebbe stato il vero ‘Lecce dei miracoli’.