Collina: A marzo aboliremo il rosso per il rigore
Quando parla lui c'è sempre da imparare, perchè Collina è una figura capace di trasmettere passione per un ruolo, quello dell'arbitro, che spesso, quando non è addirittura bistrattato, non stimola sogni e fantasie degli appassionati di calcio. Tutti vorrebbero rinascere numeri 10 in una seconda vita, ma quando parla Collina l'arbitrare e le regole del calcio assumono un fascino pazzesco.
La sala della sezione arbitrale 1 di Roma, la più grande d’Italia (oltre 800 associati ) è stipata, c’è il vertice dell' Aia e tanti arbitri importanti. Arriva Pierluigi Collina, il magnifico rettore del fischietto. Oggi è dirigente degli arbitri dell’Uefa, le sue idee e la sua visione coinvolgono l'intero regolamento del calcio continentale, dalla Spagna alla Russia.
Collina svolge la lezione per i giovani arbitri italiani. 2 ore di aneddoti, storie e ricordi del miglior arbitro degli ultimi 25 anni. Un incontro in cui svela alcuni trucchi del mestiere «Quando siete fermi al semaforo aspettando il verde, provate a vedere il colore dei vestiti delle persone ai vostri lati che stanno per attraversare la strada: aumenterà la vostra visione periferica. Nell’ultimo stage a Cipro dell’Uefa abbiamo fatto un test in questo senso» Rivela qualcosa di sè «Quanto mi manca il campo? Tantissimo, alla finale di Champions League di Mosca avrei pagato tutto quello che avevo per essere lì al posto dell’arbitro »
Collina parla infine delle le sue opinioni sul presente «l’intervento di Toni su De Sanctis era fallo, chi sostiene il contrario non conosce le regole» ma anche del futuro del calcio e della parte più importante e sana, le regole.« A inizio marzo, l’International Board discuterà l’abolizione del cartellino rosso in occasione del rigore su chiara occasione da gol; discorso diverso per chi evita la segnatura di una rete con la mano, in quel caso sarà sempre rosso» ).
Infine regala un aneddoto in cui è racchiusa tutta l'essenza dell'essere un arbitro, una figura che deve affrontare con intelligenza ed ironia il proprio ruolo "L’unica volta che mi hanno applaudito è stato a Yokohama, dopo la finale Mondiale, ma solo perché forse i giapponesi ancora non avevano capito come funzionava il calcio».