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Collina: A marzo aboliremo il rosso per il rigore

Collina, professore per un giorno a Roma, paventa l’ipotesi dell’abolimento dell’espulsione per fallo su chiara occasione da goal.
A cura di Carlo Di Gaetano
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Quando parla lui c'è sempre da imparare, perchè Collina è una figura capace di trasmettere passione per un ruolo, quello dell'arbitro, che  spesso, quando non è addirittura bistrattato, non stimola sogni e fantasie degli appassionati di calcio. Tutti vorrebbero rinascere numeri 10 in una seconda vita, ma quando parla Collina l'arbitrare e le regole del calcio assumono un fascino pazzesco.

La sala della sezione arbitrale 1 di Roma, la più grande d’Italia (oltre 800 associati ) è stipata, c’è il vertice dell' Aia e tanti arbitri importanti. Arriva Pierluigi Collina, il magnifico rettore del fischietto. Oggi è dirigente degli ar­bitri dell’Uefa, le sue idee e la sua visione coinvolgono l'intero regolamento del calcio continentale, dalla Spa­gna alla Russia.

Collina svolge la lezione per i giovani arbitri italiani. 2 ore di aneddoti, storie e ricordi del miglior arbitro degli ultimi 25 anni. Un incontro in cui svela alcuni trucchi del mestiere «Quando siete fermi al semaforo aspettando il ver­de, provate a vedere il colore dei vestiti delle persone ai vostri lati che stanno per at­traversare la strada: aumen­terà la vostra visione perife­rica. Nell’ultimo stage a Ci­pro dell’Uefa abbiamo fatto un test in questo senso» Rivela qualcosa di sè «Quanto mi manca il campo? Tantis­simo, alla finale di Cham­pions League di Mosca avrei pagato tutto quello che avevo per essere lì al posto dell’ar­bitro »

Collina parla  infine delle le sue opinioni sul presente «l’intervento di Toni su De Sanctis era fallo, chi sostie­ne il contrario non conosce le regole» ma anche del futuro del calcio e della parte più importante e sana, le  regole.« A ini­zio marzo, l’International Bo­ard discuterà l’abolizione del cartellino rosso in occasione del rigore su chiara occasio­ne da gol; discorso diverso per chi evita la segnatura di una rete con la mano, in quel caso sarà sempre rosso» ).

Infine regala un aneddoto in cui è racchiusa tutta l'essenza dell'essere un arbitro, una figura che deve affrontare con intelligenza ed ironia il proprio ruolo "L’unica volta che mi hanno applaudito è stato a Yokohama, dopo la finale Mondiale, ma solo perché forse i giapponesi ancora non avevano capito come funzionava il calcio».

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