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Claudio Ranieri e la crisi della Roma: “Tolta la spina dorsale, ma non si tocchi Di Francesco”

Il tecnico, campione d’Inghilterra nel 2016 con il Leicester, potrebbe essere uno dei candidati qualora Di Francesco venisse esonerato: “E’ uno degli allenatori più bravi, gli auguro di restare a lungo. Un consiglio? Non ascolti la piazza e lavori sulla testa dei giocatori. Le potenzialità ci sono, ma sembra abbiano paura di scendere in campo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il momento difficile della Roma. Tutti ne parlano, tutti provano a dare i loro rimedi. Tutti indicano i colpevoli. La verità è che in questi momenti l'unica cosa da fare è restare vicini alla squadra, al tecnico e alla società. La storia del calcio insegna che davanti ad una crisi di risultati e di gioco l'unica è rimanere compatti. E nella capitale giallorossa in questi giorni si sta cercando il collante giusto per non frantumare in mille pezzi pur sempre un progetto tecnico costruito in estate.

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C'è chi dice che Pallotta abbia smembrato la squadra per fare cassa, ha venduto per interesse non guardando al bene della società e dei tifosi. I dati direbbero però il contrario perché se è vero che il presidente americano ha salutato Alisson, Nainggolan, Strootman, Gerson, Defrel in estate è pur vero che ha messo mano al portafoglio con gli acquisti di Olsen, Pastore, Cristante, Nzonzi, Kluivert jr.

Sono stati venduti tre giocatori fondamentali che rappresentavano la spina dorsale della squadra, ma Di Francesco è tra i migliori allenatori in Italia

Le parole arrivano da Claudio Ranieri, uno che di Roma se ne intende. E' tifoso, è stato allenatore, potrebbe ritornare ad esserlo nel momento in cui i sussurri si trasformassero in tormenta coinvolgendo Di Francesco: "Io ho in mente la voglia di lavorare ad un grandissimo progetto, ma auguro a Di Francesco di lavorare ancora a lungo e bene alla Roma. Gli consiglierei di isolarsi dall'esterno, non ascoltare una piazza che tifa in modo viscerale e che condiziona i giocatori: deve lavorare sulla loro testa, molti hanno paura, sembra che il pallone scotti"

Se si guarda nel merito, molti dei giocatori che oggi non ci sono più non erano nemmeno al centro del progetto iniziale di Di Francesco (come Gerson e Defrel), uno era un portiere (Alisson) bravissimo nel suo ruolo ma di certo non determinante per ottenere i risultati conquistati una stagione fa. Al netto di tutto, solo Nainggolan e Strootman costituivano la spina dorsale con quest'ultimo spesso criticato dal popolo giallorosso per non essere più tornato il centrale pre infortunio.

Guardando chi è arrivato, tutti in estate si sono spellati le mani con gli applausi a scena aperta: il portiere Olsen, titolare della Danimarca mondiale, la stella Pastore dal Psg, il talento di Cristante strappato a metà serie A, l'arrivo della promessa Kluivert jr dall'Ajax e l'acquisto di Nzonzi, arcigno centrocampista del Siviglia.

Le potenzialità ci sono. Ogni anno per motivi di bilancio e di fair play la roma vende alcuni giocatori importanti. Ma la struttura c'è, i giocatori anche. Molti sono giovani, bisogna avere pazienza e farli crescere.

Tutti avevano gridato al calciomercato della svolta, mantenendo gli altri top player, da Schick a Dzeko, da Manolas a Florenzi. Tanto che la Roma era stata inserita alla pari di Juve e Napoli per la nuova sfida tricolore. Oggi, con il flop al Bernabeu davanti al Real al debutto in Champions e 5 punti in campionato dopo altrettante partite, tutti parlano di fallimento, di cambiamento. Di Francesco è inadeguato, Pallotta un faccendiere speculatore, la rosa da Europa League: "Ai sostenitori giallorossi dico di stare vicino alla squadra per aiutarla a superare questo momento

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