Classifiche del 2019, ecco le top d’Europa: la Juve vola, Barça e City prime, flop Psg
La stagione 2018/19 sta per andare in archivio con l’ultimo mese, quello di maggio, determinante per l’epilogo di diversi campionati in giro per il Vecchio Continente. Tolti quello francese, italiano e spagnolo, infatti, in Inghilterra e Germania è ancora bagarre con Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Manchester City e Liverpool in piena lotta per abbracciare il titolo e laurearsi campioni.
Per farlo, e affiancarsi a squadroni come Juventus, Barcellona e Paris Saint Germain, ovvero quelle già con lo scudetto cucito sul petto, i club inglesi e tedeschi stanno mettendo in fila vittorie su vittorie attestandosi le prime posizioni della classifica anche in questo avvio di 2019. Come, del resto, hanno fatto e stanno facendo i club di recente premiati nei rispettivi contesti. E così, quando siamo giunti a poche manciate di giornate dalla assegnazione dei titoli nazionali, ecco le formazioni più performanti, paese per paese, in questo avvio di anno nei migliori cinque tornei d’Europa.
Barcellona in prima posizione: +6 sull’Atletico del Cholo Simeone
Una settimana fa contro il Levante, con lo zampino del solito, stellare Messi, il Barcellona di Valverde ha conquistato con tre giornate d’anticipo il suo scudetto numero 26. Il secondo di fila, il quarto nell’ultimo lustro e pure il secondo dal pesante addio di Neymar nell’estate del 2017. Ma il blasone e la storia, come è ovvio, pesano più della classe di un solo calciatore. Un blasone antico che rappresenta al meglio l’aristocrazia del calcio spagnolo, e più in generale di quello europeo e mondiale, con i blaugrana capaci di vincere e convincere anche quest’anno nella prima stagione di vera difficoltà dei rivali di sempre del Real Madrid e della resiliente annata dell’Atletico Madrid.
Che, poi, alla fine dei giochi, si è dovuto inchinare alla grandezza dei campioni di scena al ‘Camp Nou’ in grado, finora, di mettere sul piatto 83 punti di cui 46 in questo nuovo anno frutto di un Ko, 4 pareggi e addirittura 14 vittorie con una media punti aumentata dai 2.4 di avvio di stagione ai 2.45 di questo ultimo segmento temporale. Come per accelerare nella missione Liga per poi concentrarsi, prima della finale di Coppa del Re col Valencia, nel sogno Champions alla ricerca del sesto sigillo nella massima competizione per club d’Europa.
Diesel Manchester City: +4 rispetto all’andata con due gare ancora da giocare
È uscito dalla Champions forse troppo presto e per una serie di errori che, alla fine, hanno compromesso la sfida di ritorno col Tottenham. Tutto sommato però, la stagione del Manchester City può ancora rivelarsi straordinaria. A referto ci sono già Community Shield e Coppa di Lega, entrambe conquistate contro il Chelsea di Sarri, mentre in ballo ci sono ancora FA Cup e campionato. Con queste ultime due partite di campionato, e la finalissima di Wembley, come antidoto ai malumori di una proprietà che ha investito tanto ma per la coppa dalle grandi orecchie.
La Premier però, sembra a un passo con le ultime due sfide, contro il Leicester e il quasi salvo Brighton, come mere formalità sul cammino per il sesto titolo di Campione d’Inghilterra, il terzo negli ultimi nove anni. Forse, quello più faticoso della storia con i Citizens costretti, specie dopo un avvio non all’altezza delle attese, a rincorrere il Liverpool primo e a innestare le marce alte strada facendo. Con un girone di ritorno monstre, da 48 punti, con ancora due turni da disputare, a fronte dei 44 dell’andata e di una compagine, come quella di Klopp, in questo 2019, dietro alla macchina quasi perfetta di Guardiola con i Reds con un avvio di anno non eccezionale con soli, si fa per dire, 40 punti. Insomma, i Citizens sono un diesel e il sorpasso delle ultime settimane, come il possibile trionfo finale nei confini nazionali, sembrano più che meritati.
Psg in discesa, 2019 positivo ma non eccezionale
Più 19 all’andata, più 17 oggi. Nel mezzo, un campionato dominato senza troppa fatica e una Champions dissoltasi nella notte del ‘Parco dei Principi’ contro un Manchester United non al top e pieno di giovani rincalzi. Poi, la sconfitta in finale ai rigori in Coppa di Francia col Rennes, una eliminazione ai quarti di Coppa di Lega contro il Guingamp e ‘solo’, fra mille virgolette, una Supercoppa di Francia.
In sintesi, i contorni di un 2018/19 non proprio eccellente che, peraltro, complice il calo di motivazioni dovute dal grande vantaggio sul Lille e l’infortunio dell’asso Neymar, si sta chiudendo nel peggiore dei modi. Eppure, la graduatoria che analizza solo il nuovo anno vede i parigini comunque davanti le dirette inseguitrici con un margine di vantaggio sulla formazione di Cristophe Galtier di 4 punti ancorché con tre gare in più disputate.
Juventus e Bayern al top: l’una per il titolo, l’altra per il dominio
Juventus e Bayern Monaco accomunate in questa stagione dalla delusione europea ma anche dalla voglia di dominare in patria e affermare, ancora una volta, un brand assolutamente vincente. Le similitudini finiscono qui. E già perché malgrado entrambe si ritrovino al primo posto in questa specifica graduatoria che analizza le loro sfide in questo 2019, i bianconeri sono stati bravi a ottenere tale primato, anche in questa porzione di campionato, mossi da motivazioni differenti: senza un vero, autentico rivale, una nemesi, chiudere la Serie A per poi dedicarsi alla Champions. Missione compiuta a metà, per via della scottante e arcinota sconfitta casalinga con l’Ajax, con ben 36 punti in 16 gare che segnano il +5 sulla sorprendente Atalanta di Gasperini e il +10 sul Napoli, in classifica generale, secondo.
I bavaresi, invece, un po’ come il Manchester City, si sono rimboccati le maniche e, domenica dopo domenica, sono stati capaci di rosicchiare punti utili al Borussia Dortmund (ora a -4 dopo il pari col Werder Brema di ieri sera) fino al sorpasso delle ultime settimane e a raggiungere 38 punti in 15 gare con una media punti per match di 2.54 lunghezze per match. Una media importante capace di marcare il gap, nel 2019, col Lipsia, secondo a 34 punti e, soprattutto, con i calciatori di Favre quinti a 28 lunghezze.