Clasico, Sergio Ramos al 90′ salva il Real Madrid
L'uomo della provvidenza è sempre lui. Suarez fa dimenticare al Barcellona fino al 90′ la peggior partenza nella Liga dal 2007. I blaugrana sognano il successo numero 50 in un Clasico al Camp Nou ma quando il Real Madrid si gioca tutto, il salvatore è sempre lo stesso, Sergio Ramos. Zidane, che ha ottenuto 87 punti su 102 da quando è arrivato sulla panchina merengue, controlla il primo tempo con un Modric praticamente perfetto. Ma nella ripresa il gol cambia lo scenario. L'ingresso di Iniesta carica il Barcellona fino al colpo di testa che mantiene i sei punti di vantaggio.
Formazioni – Zidane sceglie il 4-4-2 con la sorpresa Varane al centro della difesa, Kovacic come mzzala in coppia con Modric, Cristiano Ronaldo e Benzema davanti. Consueto 4-3-3 col tridente MSN per Luis Enrique.
Prime proteste – Busquets detta subito, dopo 2 minuti, l'atmosfera emotiva della partita: in un colpo solo butta giù Modric e Cristiano Ronaldo. Poi ci pensa l'arbitro Clos Gomez a scaldare ancora gli animi col rigore chiesto, e non dato, dal Real per un contatto Mascherano-Vazquez parso meno lieve di quanto una prima impressione avrebbe suggerito.
Modric su Busquets – Il Real mantiene l'80% di possesso nei primi 5′. Il Clasico si muove nell'equilibrio instabile fra l'ampiezza e la verticalità, fra l'equilibrio e la creazione degli spazi. Gradualmente il Barcellona sale, porta la difesa più alta ma la circolazione di palla non è così rapida da aprire il 4-4-2 di Zidane, che ha perso solo due partite da tecnico del Real e col rombo ha fissato sostanziali marcature a uomo a centrocampo. Essenziale, per il bilanciamento tattico delle merengues, il ruolo di Modric, il primo chiamato a pressare Busquets. Non a caso, anche quando Kovacic e Isco si scambiano le posizioni, il croato è l'unico che resta fisso nella posizione originaria.
Il Barça aggira il centro – Il Barcellona continua a far circolare palla soprattutto verso l'esterno, bypassando quasi completamente il centrocampo. Mosse e contromosse, azioni e reazioni, cura dei dettagli caratterizzano la sfida più attesa di Spagna. Andre Gomes e Ivan Rakitic quasi non si vedono nello sviluppo del gioco blaugrana, che invece coinvolge e non poco Jordi Alba lungo la catena di sinistra.
CR7 centro di gravità merengue – Lucas Vazquez, che agisce con grande libertà con la palla, rimane piuttosto alto sulla destra in fase di copertura proprio per spezzare la possibile combinazione con Neymar. Più fluide invece le posizioni del Real negli ultimi venti metri: CR7, che si fa vedere nella prima mezz'ora solo con un dimenticabile colpo di testa dal limite, va dove lo porta il cuore e il resto della squadra sembra adattarsi.
Vantaggio sfiorato – E' lui, e chi altri, a portare il primo pericolo del Clasico (ter Stegen copre bene il suo palo). Il Real dà costantemente un'impressione di maggiore compattezza, di migliore copertura degli spazi, con un monumentale Modric da regista a tutto campo. Più scollato il Barcellona, che non riesce a generare superiorità numerica sulle fasce e a un minuto dall'intervallo rischia sul cross di Benzema da sinistra, fondamentale la chiusura di Pique in anticipo su Cristiano Ronaldo.
I numeri del primo tempo – Il portoghese ha scandito i primi 45′ con tre tiri, uno in meno di tutti quelli tentati dal Barcellona. Ma il vero protagonista nel Real rimane Modric, capace di completare 36 passaggi su 37.
Colpo Suarez – Il calcio, però, è bello perché vive di una logica tutta sua. Così, al primo tentativo, è il Barcellona a passare. Punizione tesa di Messi, Suarez si fa spazio in area, Varane è fuori tempo e il suo colpo di testa diventa letale.
Entra Iniesta – A 40 giorni dall'infortunio, per l'ultima mezz'ora si rivede in campo Iniesta che nelle prime indicazioni sarebbe dovuto rientrare solo nel 2017 ma si riprende il centrocampo blaugrana e la fascia di capitano.
Neymar vicino al raddoppio – Col passare dei minuti, il Barcellona si ritrova, il Real si perde. Al 68′ Neymar si infila a sinistra, rientra ma non trova la giusta misura per il giro sul secondo palo. Carvajal, che si era perso il brasiliano, si fa perdonare con la leggera quanto fondamentale deviazione, un minuto più in là, che sul destro di Iniesta.
Dentro Casemiro – Zidane, intanto, si gioca la carta Casemiro, di gran lunga il miglior centrocampista difensivo nella rosa, per Isco. Il cambio porta ancora più avanti Modric, rimasto però decisamente meno coinvolto nel secondo tempo ma non argina le ondate blaugrana.
Fuori Benzema – Curiosa la decisione di Zidane che, sotto di un gol, a dieci minuti dalla fine toglie Benzema per inserire Asensio, un centrocampista offensivo, con l'intenzione di dare maggiore ibertà in area a Ronaldo, peraltro annullato nella ripresa da un Piqué ormai stabilmente al top da un anno e mezzo. Ma è sempre Iniesta che illumina, con un misto di pensiero laterale e visione periferica, la corsa di Messi che disegna un diagonale mancino solo appena troppo stretto per essere letale.
Ramos salva il Real – Al Real non resta che qualche generosa manovra di aggiramento. A 4′ dalla fine è Carvajal a dettare i tempi dell'attacco e tracciare il cross per Sergio Ramos. Ma il colpo di testa dell'uomo della provvidenza nei big match delle merengues stavolta finisce alto. Due minuti dopo è Marcelo a trovare Cristiano Ronaldo sul secondo palo, con un angolo però troppo stretto perché possa schiacciare a rete. Sono solo le prove generali del pareggio firmato dall'uomo delle situazioni disperate. Mai fare i conti senza Sergio Ramos.