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Cinque nomi che hanno lasciato il segno nella storia di Chelsea-Barça

Uno degli incroci degli ottavi di finale di Champions League più attesi è quello tra i Blues di Conte e i blaugrana di Valverde: da tradizione le sfide tra queste due squadre sono sempre piene di colpi di scena e di grandi giocate. Certamente ne vedremo delle belle anche questa volta.
A cura di Vito Lamorte
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Quello che si disputerà tra stasera e il 14 marzo è uno degli incroci più suggestivi degli ultimi vent’anni di Champions League: Chelsea-Barcellona è una delle classiche della massima manifestazione calcistica europea e vede in campo due rose importantissime (695, 75 milioni per i Blues e 975,00 per i catalani) con calciatori che vengono seguiti in tutti il mondo per loro spessore e la loro qualità. Il bilancio delle reti negli scontri dal 2000 ad oggi, anno dell’ultimo scontro è di 18 reti a 18 e questi due incontri che verranno potrebbero stabilire una nuova supremazia, da parte di una o dell’altra.

Sono stati tanti gli uomini che hanno deciso gli incontri tra queste due super potenze del Vecchio Continente e i nomi su cui fare le per provocare la tanto “ricercata” nostalgia sono tanti a partire da Tore Andre Flo e Rivaldo passando per Samuel Eto’o e Joe Cole fino ad arrivare a Lionel Messi e John Terry: uomini che hanno lasciato un segno indelebile nel calcio e in questi incontri. In vista del big match di stasera ne abbiamo scelti cinque che con le loro gesta hanno lasciato un segno indelebile nella storia di queste due squadre.

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Gianfranco Zola illumina Stamford Bridge

L’attaccante italiano nella gara d’andata dei quarti di finale del 1999/2000 gioca una splendida partita infilando alle spalle di Hesp una punizione con il contagiri e servendo un assist al bacio per Tore Andre Flo che deve solo insaccare in rete. Partita magistrale per Magic Box che, però, non supera il turno insieme ai suoi compagni visto che al ritorno il Barça vince 5-1 grazie ad un Rivaldo inarrestabile.

L’extraterrestre Dinho e il samba più famoso del mondo

Il Chelsea si vendica qualche anno dopo battendo il Barça agli ottavi vincendo per 4-2 in casa dopo aver perso 2-1 al Nou Camp: i londinesi sono in vantaggio per 3-0 quando sale in cattedra Ronaldinho che prima realizza un rigore assegnato per fallo di Paulo Ferreira e poi su un passaggio di Iniesta al limite prima incanta Carvalho con un paio di finte e poi batte Cech con un mezzo esterno imprendibile. Giocata favolosa.

Lampard “oltre la fisica” al Nou Camp

In una gara del gruppo A il Barcellona conduce per 1-0 grazie ad una rete di Deco, bel tiro dal limite, ma dopo l’intervallo arriva il pareggio del Chelsea con una rete quasi impossibile di Frank Lampard: il centrocampista britannico arriva su un pallone che sta per terminare sul fondo e facendo finta di crossare in mezzo per i compagni disegna una traiettoria beffarda che Victor Valdes non è in grado di controllare. Gudjohnsen riporta in blaugrana in vantaggio ma nei minuti di recupero è Drogba a sancire il 2-2.

Ovrebo fa infuriare il Chelsea

Il 6 maggio 2009 per i tifosi del Chelsea è la serata di Ovrebo. Nella semifinale di ritorno, che vide il Barça pareggiare al 93’ con Iniesta e strappare il pass per la finale di Roma, l'arbitro norvegese ne fece mille e una: due rigori negati ai Blues, un’espulsione di Abidal per un fallo inesistente su Anelka e proteste feroci a fine partita. Un vero disastro. Nove anni dopo Ovrebo al quotidiano spagnolo Marca: “Non sono orgoglioso di quell’arbitraggio. La notte cambiai hotel”. 

La firma di Drogba è indelebile sulla Champions in Blues

Dopo tante reti che non erano valse a molto nelle annate precedenti, Didier Drogba lascia un segno indelebile sul percorso del Chelsea verso la vittoria della Champions League: nella semifinale d’andata la punta ivoriana segna la rete che decide l’incontro su assist di Ramires e permette di andare a giocare con un piccolo vantaggio al Nou Camp che si rivelerà essenziale. Al ritorno la gara finisce 2-2 con il rigore sbagliato da Messi sul 2-1 e la fuga di Torres che consegna al finale a Roberto Di Matteo. Il resto è storia nota.

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