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Cinque cose da sapere su “Gigio” Donnarumma, l’erede di Buffon

Tifoso del Milan da sempre, Donnarumma è il vero erede di Buffon. Ha seguito le orme del fratello Antonio, che però non è mai arrivato in prima squadra in rossonero. Pararigori, è il più giovane portiere che abbia mai esordito da titolare in Serie A.
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L'hanno aspettato in 50 a Malpensa, alle cinque di mattina, per vederlo atterrare con la Supercoppa. L'hanno aspettato per acclamarlo, per cantargli “Oh mamma mamma mamma, sai perché mi batte il corazon? Ho visto Donnarumma, ho visto Donnarumma, eh, mammà, innamorato son”. Come già avevano fatto per Ronaldinho. Come i tifosi del Napoli avevano fatto per Diego Maradona.

E' il più giovane portiere a debuttare dal 1′ in A

E Maradona in qualche modo c'è in questa storia. Il Pibe de Oro, infatti, ha segnato il suo primo gol italiano, in rovesciata, in Coppa Italia contro il Pescara che in porta schiera Gianluca Pacchiarotti a cui lascia la maglia a fine partita. Quattro anni prima Pacchiarotti, che regalerà quella maglia a un soldato di carriera conosciuto in Nazionale militare, era solo il portiere della primavera biancazzurra. Il 9 marzo 1980, visti gli infortuni del titolare e della riserva, Pinotti e Piagnerelli, il tecnico Giagnoni lo fa esordire in Serie A a Perugia. Gioca 10′, gli unici di tutta la sua carriera nel massimo campionato e il giorno dopo torna a scuola, come se non avesse fatto la storia. Ha 16 anni e 192 giorni, è il portiere più giovane ad aver mai esordito in A.

Donnarumma ha 16 anni e 8 mesi quando debutta in A, contro il Sassuolo. “Mihajlovic mi ha chiamato il giorno prima negli spogliatoi – ha ricordato ai Gazzetta Sports Awards, premiato da Teo Teocoli -. ‘Domani ti faccio giocare, hai paura?' Mi ha chiesto. ‘No, no sono pronto'. Ho risposto. Ma non ci credevo. Sono uscito dagli spogliatoi che ero incredulo”. Non è il più precoce in assoluto, ma gioca dal primo minuto: e nessuno, tra tutti i numeri 1 del nostro calcio, è mai sceso in campo così presto da titolare. I neroverdi avevano già battezzato in estate le qualità di “Gigio”, che para due rigori a Berardi e Acerbi al Trofeo Tim dopo aver ipnotizzato Kroos in Cina e giocato all'Allianz Arena davanti a 70 mila spettatori. "Troppe responsabilità? Sì, ma io per carattere mi faccio scivolare tutto addosso. Cerco di dare serenità alla squadra e proseguire per la mia strada” dice. Ma un portiere così, ammette Filippo Galli, “dalle giovanili esce una volta su un milione”.

A 10 anni era già alto 1,90 m

Il fisico l'ha sempre aiutato. A dieci anni, è già alto un metro e novanta e mamma Marinella che lo accompagna agli allenamenti e alle partite, deve spesso mostrare il documento agli arbitri che non credono possa essere così piccolo. Gioca al Campania Club Napoli, la scuola calcio a due passi dagli scavi di Stabia. Nel 2009 Marinella torna a casa e fa un annuncio non da poco al marito Alfonso, un falegname di poche parole da cui Gigio ha preso i centimetri. “Ernesto Ferrara ti vuole parlare, dice che Gianluigi è un grande portiere”.

Ferrara è un punto di riferimento a Castellammare, ha già lanciato Gennaro Iezzo e l'amico Antonio Mirante. “Gigio l’ho conosciuto che aveva appena 13 anni, lui si stava allenando, io ero in visita” ha detto in un'intervista pubblicata sul sito di Gianluca Di Marzio. Per la nostra terra, una fucina di portieri, è un nuovo orgoglio. Le nostre famiglie abitano vicino, noi abbiamo frequentato le stesse persone: è curioso che ora ci si affronti da avversari”.

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Ha rifiutato un'offerta dell'Inter

Lo notano tutti: la Juve, la Roma, l'Inter che presenta un'offerta decisamente importante. Ma Gigio va a scuola con la tuta del Milan e ha l'adesivo dei rossoneri sul diario. Mino Raiola, su suggerimento anche del cugino Enzo, va a vederlo e segna il suo nome sulla sua lista. A luglio del 2013 arriva la chiamata del Milan. Per la firma e la foto con Galliani nella sala dei trofei basta davvero poco.

Anche il fratello Antonio è stato nelle giovanili del Milan

Gigio tifa Milan almeno dal 2008, quando il fratello Antonio è entrato nella squadra degli Allievi rossoneri, vincendo poi lo scudetto. È a lui che telefona un paio di giorni prima della partita col Sassuolo che avrebbe segnato il suo debutto: i segnali sono chiari, quello sarà il gran giorno. “Quindi andammo a San Siro, addirittura i nostri genitori presero il treno all'ultimo momento. Dopo la partita vinta andammo a festeggiare al ristorante ed ovviamente pagò lui" ha raccontato al Corriere dello Sport. “Ho vestito la maglia del Milan a 15 anni ed è stato qualcosa di incredibile. Anche io tifo Milan proprio come Gianluigi, quindi è stato veramente il massimo in quel momento. Per questo motivo ho potuto già dare dei consigli a mio fratello sul mondo Milan, gli ho già raccontato tutto. Adesso gioco in Grecia, cercavo spazio. Lui invece è un fenomeno, a 17 anni è già capace di farsi scivolare tutto addosso. Un giorno sarebbe bello ritrovarci insieme”.

Antonio l'ha solo sfiorato San Siro. Nel 2010, ha ricordato papà Alfonso a Tuttosport, “la Primavera rossonera vinse la Coppa Italia contro il Palermo giocando la finale di ritorno a San Siro, ma Antonio dovette guardarla dalla tribuna perché era stato espulso all'andata dove fece una grandissima partita. Ci era rimasto male per quel rosso e soffrì nel non poter essere in campo anche se poi la gioia per la vittoria ha un po’ mitigato quella delusione”. Fra i due, però, solo consigli e nessuna gelosia. L'unica vera forma di competizione è nelle partite online di FIFA. "Lui prende sempre il Milan ed ogni volta che subisce gol un po' rosica. Quando eravamo più piccoli gli mostravo i video di Kahn, adesso il migliore è Buffon. Dopo il derby era piuttosto nervoso, ho cercato di tranquillizzarlo” ha raccontato.

E' un provetto para-rigori

Ha gioito anche lui per il primo trofeo importante nella bacheca personale del giovane Gianluigi. Porta il nome del suo idolo Buffon, e come lui si porta dietro l'etichetta del predestinato. Il rigore parato a Dybala nella serie decisiva di Supercoppa a Doha è solo l'ultimo di una lunga serie. Ne ha parato uno, nel 2014, nella finale del trofeo Ferroli, riservato agli Allievi, contro il Real Madrid. Quest'anno ha già fermato Belotti dagli undici metri alla prima giornata e costretto Ilicic a sbagliare il suo primo penalty in Serie A (angola troppo e colpisce il palo). Donnarumma, ha detto Brocchi, “è un ragazzo educato e serio, e non ha paura di niente. È sempre stato un grande tifoso del Milan. Sogna di difendere la porta del Milan per i prossimi 15 anni. Secondo me è un sogno che può facilmente avverarsi”. I tifosi aspettano, sperano, e in attesa del closing dei cinesi l'hanno eletto come simbolo di questo Milan giovane, bello e italiano.

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