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Cinque cose da sapere su Djorkaeff a 20 anni dalla mitica rovesciata

Sono passati vent’anni da quella strepitosa giocata del centrocampista francese, uno dei talenti meno ricordati del calcio europeo. Youri Raffi Djorkaeff ha fatto parte della generazione che ha portato Les Blues sul tetto del mondo per la prima volta e, a modo suo, ha lasciato un segno importante anche nel calcio italiano.
A cura di Vito Lamorte
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"È un gol da cineteca, cui dedicheremo uno speciale. Anche Cesari si congratula". Sono queste le parole con cui il giornalista di 90° Minuto saluta il gesto atletico meraviglioso di Youri Raffi Djorkaeff contro la Roma del 5 gennaio 1997. Era una giornata fredda a San Siro ma da quel momento tutto ha cambiato aspetto, sembrava diverso. La bellezza accecante di quel gesto aveva squarciato il cielo del Meazza e i tifosi, che già apprezzavano molto quel centrocampista francese dai piedi buoni, lo elessero a loro trascinatore fino all'acquisto di Ronaldo nell'estate successiva.

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Il francese ha vestito la maglia dell’Inter per tre stagioni, dal 1996 al 1999, conquistando la Coppa Uefa del 1998 e sfiorando, sempre nello stesso anno, la conquista dello scudetto avvelenato che finì in polemica dopo Juventus-Inter del 26 aprile del 1998 quando l’arbitro Ceccarini non reputò da rigore il contatto Iuliano-Ronaldo.

20 anni dal gol indimenticabile contro la Roma

Minuto 39 della prima frazione di gioco e Youri  Djorkaeff si inventa un gol a dir poco spettacolare: azione personale di Maurizio Ganz che, giunto al limite dell'area, calcia verso la porta avversaria, il portiere giallorosso Sterchele respinge con i piedi, Petruzzi alza un improbabile campanile che diventa un assist per il francese, che a sua volta sfodera una sforbiciata leggendaria. San Siro esplode perché accade tutto in un secondo e nessuno sembra credere a quanto visto pochi istanti prima.

Un goal da abbonamento

Proprio la spettacolare rete del francese venne immortalata nelle tessere di abbonamento della stagione successiva  che verrà ricordata da tutti per il contatto da rigore tra Ronaldo e Iuliano a Torino contro la Juventus nella sfida decisiva per lo scudetto. A ricordare questo riconoscimento è proprio il francese nel format Memorabilia di Inter Channel:

Sull'abbonamento del la stagione 1997/1998 c'è proprio quel gesto tecnico. Quando torno in Italia non tiro fuori il passaporto ma quell'abbonamento. Quello fu un goal da gruppo, da squadra vera e società compatta.

Lippi causa del suo addio

In un'intervista ai microfoni di Inter Channel dello scorso marzo ha voluto spiegare il perché del suo addio ai nerazzurri nel 1999 dopo sole tre stagioni a Milano:

Quando arrivò Lippi sapevo che sarei andato via. Lui era uno juventino. Come avrebbe potuto fare l'allenatore dell'Inter? Io andai dal presidente per dirgli che avrei preferito essere ceduto, non volevo lavorare con questo allenatore. Moratti capì subito. Non volevo poi vestire un'altra maglia nel campionato italiano, nonostante le tante offerte. In Italia c'è solo l'Inter per me.

Il gol più bello? Quello all'Auxerre

Eppure, secondo Youri Djorkaeff non è quella contro la Roma la sua rete più bella ma quella segnata in un PSG-Auxerre dell’anno precedente. L’ha raccontata in un’intervista a So Foot:

Do la palla a Raï, me la restituisce al volo e la metto all’angolo opposto. Niente male. Ho guardato la palla per tutto il tempo, dall’inizio alla fine dell’azione. Per tutto il tempo sono rimasto concentrato sul gesto. Non ho mai guardato la porta, solo concentrato sull’impatto col pallone. E nel momento in cui immagino il pallone arrivare, lo colpisco. È stato come in un sogno, solo che non ero a letto ma al Parco dei Principi.

Allez les Blues!

Youri è stato campione del mondo nel 1998, campione d'Europa nel 2000 e ha vinto una Confederations Cup nel 2001 con la Nazionale francese. Questo ragazzo nato a Lione ha fatto parte di quella generazione che ha portato la Francia sul tetto del mondo per la prima volta. Con il suo numero 6 sulle spalle è stato fondamentale sia per Aimè Jacquet che per Roger Lemerre: il suo sapersi inserire in diversi moduli e l'intelligenza nello sfruttare gli spazi e andare in porta. Insieme a Zidane ha formato una coppia imprescindibile per i successi della squadra transalpina.

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