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Cinque cose da sapere su Bale, il Dragone più veloce del west

Gli esordi al Southhampton e la tripletta all’Inter che l’ha rivelato al mondo. La passione per gli scherzi e la paura dei ragni. La vita normale di un campione eccezionale. E il segreto delle sue letali punizioni.
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“Prima lo spostavano dalla palla. Poi all'improvviso l'unica cosa che riuscivano a vedere era il suo numero di maglia”. Il ritratto di Malcolm Elias, il responsabile del settore giovanile che l'ha voluto al Tottenham, tratteggia la storia e l'evoluzione di Gareth Bale. È il campione del futuro, con un corpo da robot, la velocità di Bolt e l'espressione genuina del calcio di una volta, del sole sul tetto dei palazzi in costruzione, della gioia per quel pallone che accanto al piede rimane incollato. È un campione post-moderno ma ha dovuto aspettare due anni, tre allenatori, 25 partite e 1533′ per vincere la sua prima partita al Tottenham. “Non sono teso prima di scendere in campo” ha detto a Four Four Two, “mi rilasso e penso al mio gioco naturale”. Un gioco con principi semplici. “La fiducia fa metà del lavoro, quindi pressa i difensori quando hanno la palla e scegli il momento giusto per puntarli. Continua ad attaccare il tuo avversario, insisti se lo vedi demoralizzato. E soprattutto cerco di non reagire quando i miei avversari cercano di condizionarmi mentalmente. Io faccio sempre parlare il campo”.

Iniziò tutto con la tripletta all'Inter

Chiedere per credere a Maicon e Julio Cesar che se lo sono ritrovati di fronte il 20 ottobre 2010. Bale il Dragone, col Tottenham in 10, stampa una tripletta e consente agli Spurs di accorciare da 0-4 a 3-4. “Un galactico ha guidato gli Spurs” scrive Marca. “Combina l'altezza e la struttura fisica di un ottocentista come Steve Ovett e la forza di un'ala di rugby come Bryan Habana. E quando arriva sul fondo crossa come un brasiliano” sottolinea El Mundo. Il giovane gallese, si legge sullo svedese Aftonbladet, “ha giocato con Maicon, uno dei migliori terzini del mondo. Ha corso come il cubano Juantorena, campione olimpico dei 400 e degli 800: quando pensavi fosse stanco, sorrideva e scattava di nuovo. Era talmente superiore che si lanciava la palla venti metri avanti e correva senza che nessun difensore riuscisse a stargli dietro”.

E' il campione "della porta accanto"

Il suo viaggio inizia a Whitchurch, antico borgo di Cardiff: papà custode, madre impiegata in uno studio legale, Bale è bravo anche nel rugby, ma non vuole placcare nessuno: con lui in classe c'è anche il futuro capitano della nazionale, Sam Warburton, e corre i 100 metri in 11 secondi. Ma a nove anni sfida lo zio materno, Chris Pike, a chi prende più volte la traversa e vince. Non è un bambino prodigio, non ama certo lo studio ma, ha raccontato un suo professore, “ha una determinazione feroce e le qualità per raggiungere l'obiettivo”. Già allora, ricorda lo scout del Southampton che l'ha scoperto, Rod Ruddick, se gli davano la palla faceva tutto il campo e lasciava i difensori a bocca aperta.

Ruddick, che all'epoca del passaggio al Tottenham gli ha consigliato di iniziare a imparare lo spagnolo, ha scoperto Bale durante un piccolo torneo. “Era un August Bank Holiday Monday, me ne stavo a bordo campo con una tazza di caffè” ha ricordato. “Ho sempre pensato che debbano essere i giocatori a colpirmi, a trovarmi e non il contrario. Quel giorno ho notato un ragazzo mancino e magrolino che continuava a saltare gli avversari, a creare occasioni e segnare. Gareth aveva qualcosa di diverso”. Non è però considerato fra i migliori nel settore giovanile del Southampton. Malcolm Elias gli concede un'ultima possibilità, nella prima partita con l'under 18. Battono il Norwich 5-1, Bale entra in squadra e debutta a 16 anni e 265 giorni, il secondo più giovane di sempre nella storia della squadra dopo Theo Walcott. “Mi fa sorridere quando lo vedo nelle interviste e sembra un po' imbarazzato” ha detto Ruddick. “I titoli dei giornali non lo condizionano, è il giovane della porta accanto”.

Fa scherzi e ha paura dei ragni

Bale è una persona semplice, non beve, nemmeno durante le feste, è fidanzato con una compagna del liceo, gioca ai videogame e gli piace stare a casa magari a guardare un bel film. Si è sempre divertito a fare scherzi ai compagni di squadra, più di una volta ha fatto bagnare Walcott, con cui divideva la stanza, nascondendo un bicchiere colmo d'acqua in equilibrio sopra la porta. In campo, la paura non sa nemmeno cos'è, solo un ragno è in grado davvero di fermarlo. “Se ne vedo uno, comincio a chiamare tutti, perché lo vengano a prendere: io proprio non ci riesco” ha detto all'Independent.

Gli mancano due gol per battere il record di Rush in nazionale

All'Europeo, il simbolo dei Dragoni ha cambiato la percezione del calcio in Galles. “Il successo della nazionale di calcio di Coleman è più importante per la reputazione, il profilo, l'immagine del Galles anche della vittoria al Mondiale di rugby del 2005” ha detto la professoressa Laura McAllister, presidente di Sport Wales, l'organizzazione che sviluppa e promuove l'attività fisica e lo sport in tutta la nazione. “Non possiamo permettere che sia il rugby a definirci come nazione”. Una posizione che ha perplesso molti, come Gareth Edwards, il più giovane capitano della nazionale gallese di rugby. Eppure, vista la provenienza della nonna, Bale avrebbe anche potuto giocare per la nazionale inglese. “Non mi ha mai messo nessuna pressione” ha detto, “nessuno mi ha mai cercato personalmente dall'Inghilterra. Per me è un onore giocare per il Galles come il mio eroe Ryan Giggs”. E c'è chi dice che Bale, con la maglia della nazionale, abbia dato l'esempio come e più della leggenda dei Devils. “E' una sensazione straordinaria poter vedere i tifosi intorno alla squadra così come fanno per la nazionale di rugby” ha detto il direttore della divisione Elite Performance del Welsh Football Trust, l'ex baffuto bomber della Juventus e del Liverpool, Ian Rush, che è anche il miglior goleador nella storia dei Dragoni. A Bale mancano due gol per eguagliarlo. “Credo possa farcela a superarmi nelle qualificazioni per i Mondiali” ha detto. “Un po' mi dispiace, ma i record sono fatti per essere battuti. Certo, se avessi tirato le punizioni come lui di gol ne avrei segnati 60”.

Le sue punizioni letali sono ispirate al baseball

Ma qual è il segreto delle letali punizioni di Bale? Come genera quelle traiettorie potenti eppure imprevedibili, quelle palle curve che ingannano i portieri? Ha passato ore a levigare la tecnica, a minimizzare lo spin nell'impatto con la palla e a fare in modo che curvi nell'aria. Deriva tutto dal baseball, dalla “Knuckleball” inventata da Eddie Cicotte, che ha giocato per i Boston Red Sox e i Chicago White Sox tra il 1908 e il 1920: il primo a lanciare tenendo i polpastrelli sulla palla per evitare il naturale effetto-rotazione. Bale ha assorbito l'idea e imparato a colpire con la punta appena sopra l'equatore del pallone, che così raggiunge l'altezza massima appena passata la barriera e si abbassa rapidamente, tanto da finore spesso nell'angolo basso. Con questo effetto, la palla si muove in modo imprevedibile nell'aria, soprattutto se sulla superficie sono rimaste piccole zolle o fili d'erba. E per i portieri, se la palla cambia direzione una volta partita non c'è più niente da fare. Non resta che provare a reagire al meglio. E sperare di non vedere il suo numero di maglia mentre festeggia l'ennesima magia.

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