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Cinque cose che un ‘malato’ di calcio deve assolutamente fare

Dall’assistere dal vivo a una finale di Coppa del Mondo all’assaggio del Choripan fuori gli stadi argentini, ecco alcune delle attività da provare assolutamente per i “fedeli” del football.
A cura di Salvatore Parente
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Molto più spesso per riuscire a spiegare ad una persona l’attaccamento, l’amore e la passione che un tifoso sente per il calcio ricorre una metafora piuttosto banale ma di grande effetto: il football è una fede, una religione. Blasfemia a parte, il concetto si sostanzia al meglio lasciando intendere all’uditore tutto il sentimento di trasporto che provano gli affezionati di questo stupendo sport. Così, come in tutte le confessioni, questo culto ha i propri templi, gli stadi, il proprio calendario liturgico, la stagione agonistica con tutte le coppe ivi comprese ed i suoi sacramenti come la partita domenicale, il “religioso” silenzio dei fedeli durante i 90 minuti e l’esplosione al gol segnato.

Tutti riti che vanno rigorosamente rispettati per far parte di questa grande famiglia, per essere annoverati nella schiera dei “beati” e di quelli che, con la loro purezza, avranno un posto nel paradiso del calcio. Di fianco a queste imprescindibili attività, prescritte e sancite dalla metà dell’800, d’ora in avanti, consiglieremo ai credenti una lunga lista di cose per rendere ancora più all’altezza la nostra anima pallonara al cospetto, e qui non esiste il monoteismo, degli dei del calcio (Pelè, Maradona, Zidane, Platini, Baggio, Beckenbauer e così via).

Assistere a una finale di Coppa del Mondo

Cominciamo subito col botto. Almeno una volta nella vita bisognerebbe, stante gli elevati costi dell’evento, assistere dal vivo ad una finale della Coppa del Mondo di calcio. Un momento importante nel quale raggiungere metafisicamente l’elevazione, il nirvana e conciliarsi con uno sport che è tutto o quasi per la vita di molti. E non ci sono Super Bowl, Olimpiadi o altre manifestazioni che tengano, quando sul rettangolo di gioco ci si contende quella che fu la Coppa Rimet il pianeta intero si ferma estasiato a guardare. Per cui, un pellegrinaggio in Russia fra 1 anno e mezzo è vivamente consigliato nello stadio Luzhniki di Mosca che, il 15 luglio 2018, sarà “La Mecca” del calcio nonché teatro dell’appuntamento più importante dell’anno. Seimila euro però potrebbero non bastare in quanto i biglietti disponibili verranno poi selezionati con una scrematura per federazioni piuttosto stringente, niente paura c’è sempre Qatar 2022.

Nepal

Andare in Nepal per vedere un match di calcio fra elefanti

In Nepal, solitamente, ci si va per le attrazioni storico-artistiche nonché per scalare le pareti dell’Himalaya. Questo, però, per le persone comuni non per i malati di pallone come noi. E sì perché se vi trovate nei paraggi magari per fare rafting o altro abbandonate gli sherpa e dirigetevi a Sauraha a 154 km dalla capitale Kathmandu per assistere, in dicembre, all’Elephant Festival nel quale, fra le varie attività svolte dai pachidermi c’è anche una esilarante sfida al calcio fra pesi massimi che dribblano, servono assist e segnano, magari, con la proboscide (o è fallo?). Non perdetevele!

Braga

Visitare lo stadio del Braga

Costruito su una cava di pietre abbandonata, lo stadio Municipale di Braga è un gioiellino dell’architettura contemporanea opera di Eduardo Souto Moura in occasione dei campionati europei del 2004 in Portogallo. Questa struttura, scavata come un anfiteatro greco-romano all’interno della roccia si compone di sole due gradinate poste l’una di fronte all’altra (la Poente e la Nascente) un tetto sul rettangolo verde e, al posto delle curve, questi due affascinanti costoni di pietra. Insomma, un gioiellino del riutilizzo da vedere e sentire sulla propria pelle perché, il calcio, è armonia non solo in campo ma anche sugli spalti.

LaPaz

Perdere il fiato sullo stadio più alto del mondo

Quanto più si sale su di un alto monte più l’ossigeno inizia a scarseggiare. Con questa frase scontata, banale e ovvia vogliamo consigliarvi una scampagnata, una gita fuori porta (forse troppo) in Bolivia. E sì perché vivere l’atmosfera di un match professionistico del pallone è già di per sé una grande emozione, vederlo nell’America Latina ancor di più ma nello stadio più alto del pianeta deve essere un’esperienza che..ti toglie il fiato. Per cui, attrezzatevi, partite, prendete uno di quegli sgangherati pullman/corriera boliviani e recatevi allo stadio Hernando Siles di La Paz posto ad una altitudine di ben 3.637 metri, dove, peraltro l’Argentina nel 2009 fu sconfitta addirittura per 6-1. Più vicini al cielo, più vicini agli dei del calcio.

Choripan

Mangiare del Choripan argentino prima di entrare allo stadio

Dopo il pellegrinaggio in Bolivia, posto che vi sia rimasto qualche spicciolo in tasca, fate una capatina in Argentina non tanto e non solo per assaporare le atmosfere coinvolgenti di una Bombonera o di uno stadio Monumental quanto per assaggiare il Choripan. Una pietanza, stile hot dog con del chorizo al centro (tipi di insaccati e salsicce a base di carne bovina o suina e speziati con paprica) e del chimichurri di fianco (un tipo di salsa verde) che si vendono sulle bancarelle di Buenos Aires davanti agli stadi più caldi del Paese. Pronti? Allacciate le cinture, si parte!

 

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