Cinque buoni motivi per cui la Juve può qualificarsi contro il Tottenham a Wembley
La Juventus ci ha provato, ma non è riuscita. La doppietta di Higuain dopo soli 9 minuti doveva essere una sentenza ma alla fine si è rivelata semplicemente un verdetto tutt'altro che definitivo. Il passaggio ai quarti è a serio rischio dopo il 2-2 interno con un Tottenham che ha mostrato di cadere e sapersi rialzare, a testa alta, rimettendo in sesto una gara che per molti altri sarebbe stata un semplice calvario fino al 90′.
Primo: non pensare al risultato
La lezione del Tottenham, giocare e divertirsi
Gli Spurs non si sono dimostrati superiori alla Juventus, hanno semplicemente pensato a giocare a calcio, senza conti e pensieri. Forse l'insegnamento più importante del quale fare tesoro e da cui ripartire. Se Allegri e i suoi giocatori rivedranno il match capiranno la cosa più importante: che il Tottenham non ha mai pensato al risultato mentre i bianconeri si sono ritrovati a speculare sul doppio vantaggio, sbagliando tutto nella convinzione di dover gestire forze e qualificazione.
Wembley, perfetto teatro per esaltarsi
Ci sono dunque elementi che possono far ben sperare nel colpo di Wembley dove i bianconeri respireranno aria di grande impresa in una cornice unica. Ovvio, anche il mondo Spurs sarà stretto a Pochettino e ai suoi giocatori in un clima intimidatorio. Dal quale i bianconeri dovranno tirar fuori quel furore agonistico e le qualità che hanno permesso di raggiungere due volte in tre edizioni, la finale di Champions League.
Secondo: attaccare e pressare i difensori
Spurs distratti e impacciati
Questo Tottenham non è insuperabile. Se dalla cintola in su Pochettino può contare su straordinarie qualità tecniche e tattiche, in difesa c'è più di qualcosa da registrare. La punizione del vantaggio, il fallo da rigore, l'occasione sbagliata da Higuain per il 3-0, le sventole di Bernardeschi che hanno impegnato Lloris hanno confermato la perforabilità di un reparto a 4 a volte impacciato nei recuperi e belle verticalizzazioni.
Più cattiveria sui diffidati
Un altro aspetto su cui dovrà lavorare Allegri, sempre attorno alla difesa londinese è che i due esterni hanno rimediato un bel cartellino giallo. Aurier e Davies sono stati ammoniti, giocheranno con la determinazione di chi non si tirerà indietro ma con la spada di Damocle che un altro giallo farebbe loro saltare i quarti. Psicologicamente, un gap che non può non condizionare la prestazione negli ultimi 90 minuti di gioco.
Terzo: credere ancora di più in se stessi
La squadra deve seguire Allegri
Allegri ha forse sbagliato formazione iniziale, ma anche no: con gli uomini a disposizione che aveva ha provato a vincerla. Non è un limite ma la dimostrazione che la mentalità è quella giusta. Un centrocampo più spoglio per creare superiorità sulla trequarti. Il giochino ha funzionato per 20 minuti, poi si è rotto. Il motivo è semplice: i giocatori hanno iniziato a fare calcoli.
Assumere la mentalità inglese: giocare fino al 90′
E' su questo che il tecnico deve lavorare: liberare la testa dalla mentalità italiana tutta incentrata sul risultato. Se fosse accaduto (o se dovesse accadere) il contrario con la Juve sotto di due gol dopo 9 minuti, i bianconeri (così come tutti i club italiani) sarebbero naufragati nella convinzione che la gara era irreparabilmente compromessa. Al contrario, gli inglesi hanno confermato un approccio differente, prettamente anglosassone: la partita dura 90 minuti e giocando tutto è semplicemente possibile.
Quarto: ritrovare tutti i titolari
Senza Cuadrado, Matuidi e Dybala era complicato
La Juventus ha pagato lo scotto di non avere giocatori in infermeria. E' vero, i bianconeri hanno due squadre a disposizione, con una rosa completa e competitiva. Ma scendere in campo in un ottavo di finale senza i vari Cuadrado, Matuidi e Dybala è concedere troppo a chiunque. La Joya e il centrocampista dovrebbero rientrare in tempo utile e con loro un assetto più equilibrato col francese metronomo in mediana e l'argentino che ha i colpi risolutivi.
Quinto: affidarsi ai top player
Basta errori singoli
Basta un semplice gol per qualificarsi non una impresa storica. Una vittoria per 1-0 è nelle corde di questa Juventus che quando vuole sa essere anche cinica. Certo, oltre al gioco corale non ci devono essere stonature singole e chi ha la possibilità di decidere il match dovrà farlo. A Torino è mancato Higuain: al di là dei due gol, ha fallito in altrettante occasioni, col tiro sulla traversa dagli 11 metri e in contropiede per il 3-0.
Higuain e Buffon hanno già dato
Anche un altro leader indiscusso ha sulle spalle il peso del 2-2: Gigi Buffon. Se il dribbling di Kane poteva innescare il rigore e la conseguente espulsione, costringendo Superman a non osare, sulla punizione l'errore della barriera e della mancata copertura del proprio angolo di porta sono tutti imputabili al numero uno bianconero.