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Chiara Rocca, messaggio sullo striscione contro il padre e Zaniolo: “Mi fate schifo”

Fuori dai cancelli di Trigoria è apparso uno striscione offensivo nei confronti di Zaniolo e di francesco Rocca, sfortunato calciatore della Roma anni 70. La figlia del terzino è intervenuta sui social attaccando duramente i pseudo-tifosi laziali autori del gesto: “mi fate schifo in quanto esseri umani, individui con cui purtroppo condivido l’appartenenza alla specie”
A cura di Alessio Pediglieri
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"Zaniolo come Rocca… zoppo de Roma". Il vergognoso striscione è apparso nella notte fuori dai cancelli di Trigoria, quando alcuni pseudo-tifosi della Lazio hanno ancora dato sfogo alla propria stupidità e cattiveria nei confronti del giallorossogiovane centrocampista giallorosso e non solo. Chiamando in causa un altro calciatore – che ha vestito gloriosamente i colori giallorossi negli anni 70 – Francesco Rocca. Un riferimento che ha scatenato la rabbia della figlia Chiara che ha subito commentato amaramente la frase sullo striscione.

Lo sfogo di Chiara, figlia di Francesco Rocca

"Mi fate schifo non in quanto laziali, ma in quanto esseri umani. È la prova di quanto sia malata la società di oggi che riesce a trasformare anche un gioco bello come il calcio in un luogo malato, dove non esiste umanità ma solo violenza". Così Chiara Rocca ha voluto chiudere immediatamente il discorso attorno alla frase scritta su un lenzuolo appeso fuori dal centro sportivo della Roma. Un episodio umanamente squallido e di una gravità assoluta tanto che in queste ore la Digos sta indagando sull'accaduto. Sono state requisite le immagini delle telecamere esterne a Trigoria e si sta provvedendo all'identificazione degli autori del fatto.

Il post su Facebook, il messaggio integrale

"Vi sentite meglio adesso? Vi sentite più forti, più grandi, più intelligenti? Buon per voi. A me fate schifo invece. E mi fate schifo non in quanto laziali ma in quanto esseri umani, individui con cui purtroppo condivido l’appartenenza alla specie. Non si tratta di Roma e Lazio, quello che è stato scritto stanotte fuori Trigoria va ben oltre. È la prova senza eguali di quanto sia malata la società di oggi che riesce a trasformare anche un gioco bello come il calcio, per cui qualcuno ha dato la vita, in un luogo malato, dove non esiste solidarietà, umanità ma soltanto violenza. Probabilmente chi ha scritto una cosa del genere non ha idea del calvario legato a un infortunio, non ha idea di quello che ha passato mio padre, portandosi dietro gli strascichi per sempre e di quello che, mi auguro in maniera inferiore, sta passando Nicoló Zaniolo. Prendersela con chi, per cause esterne, si è ritrovato in passato e con chi si ritrova oggi in una situazione di difficoltà fisica è un gesto da vigliacchi. Un infortunio subito da giovanissimi, come è accaduto a mio padre e a Nicoló Zaniolo, è un segno indelebile su cui nessuno si deve azzardare a mettere bocca. Nicoló Zaniolo si riprenderà, noi tutti, mio padre in primis essendoci passato, glielo auguriamo con tutto il cuore e gli siamo vicini. Mio padre, dal canto suo, è una persona meravigliosa, un guerriero che voi non avete neanche idea, pure se “zoppo” come lo definite voi. Quindi concludo dicendo sciacquatevi la bocca e vergognatevi da adesso all'eternità".

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Chi è Francesco Rocca, stella giallorossa degli anni 70

Francesco Rocca, classe '54, è stato un giocatore della Roma dal 1972 al 1981. In maglia giallorossa ha collezionato 141 presenze in campionato, 22 in Coppa Italia, con due reti all'attivo, 6 in Coppa UEFA e 3 nella Coppa Anglo-Italiana. Terzino capace anche di proporsi in attacco quando occorreva, vestì la maglia della Nazionale maggiore, con cui ha giocato per 18 volte, mettendo a segno una rete. Cresciuto nelle giovanili giallorosse, riuscì a conquistare due Campionati (72-73 e 73-74)  e una Coppa Italia (73-74) con la Primavera e in prima squadra due Coppa Italia (79-80 e 80-81).

Gli infortuni, il ritiro a 26 anni

Francesco Rocca si dovette ritirare dal calcio a soli 26 anni, dopo un lunghissimo calvario agonistico, che iniziò con il cedimento dei legamenti del ginocchio nell'ottobre 1976.  Nuovamente operato a settembre 1977 saltò l'intera annata 1977-1978. Nella stagione 1980-81 i problemi fisici non lo abbandonarono più: una sciatalgia ricorrente, derivata dall'infortunio al ginocchio lo costrinsero a sole 6 presenze in campionato e al ritiro a fine stagione: aveva subito cinque interventi al ginocchio. Oggi è uno degli osservatori della Nazionale italiana e nel 2012 è stato inserito nella ‘Hall of Fame' giallorossa.

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