Chi è Payet, specialista su punizioni ed eroe di Francia
Ancora lui, Dimitri Payet. L'attaccante del West Ham risolve ancora una volta un match in favore della Francia con un gol dei suoi: una fucilata imparabile da ottima posizione, non su punizione (altra sua specialità), ma in movimento. Come contro il Camerun, ancora nel finale: Deschamps può sorridere. In attesa di rivedere il miglior Pogba c'è lui, Payet: il francese che arriva dall'altra parte del mondo.
Francese purosangue nato a Saint-Pierre, cittadina dell'isola di Riunione, in pieno Oceano Indiano al largo del Madagascar. Lì è nato Dimitri Payet, nella remota isola possedimento francese e la cui capitale, quando si dice il caso, è Saint-Denis: lo stesso nome di quello stadio parigino dove ha risolto il match contro la Romania e dove si è forse consacrato definitivamente tra i migliori d'Europa.
Il segreto delle punizioni di Payet
Le punizione il suo marchio di fabbrica: parte con il piede d'appoggio fissato accanto al pallone, quindi quattro-cinque passi all'indietro ed uno di lato, con ampiezza variabile a seconda del palo su cui intende calciare. Piede aperto fino a centottanta gradi, sfera colpita con la parte interna del collo e punizioni che partono innocue e diventano micidiali. Niente male davvero per un nome che, fino a qualche giorno fa, era sconosciuto ai più.
Cresciuto nel Saint-Pierroise, arriva nella Francia europea grazie al Le Havre, che lo inserisce nelle formazioni giovanili. Ma è solo nel 2005, con il Nantes, che si affaccia nel grande calcio. Nantes, Saint-Étienne, Lilla, Marsiglia: da una parte all'altra della Francia, sempre in prima fila. Poi nel 2015 l'arrivo al West Ham, con cui conquista anche l'accesso all'Europa League.
Coincidenze, ‘amuleto' Romania
Ed in Nazionale arriva tardi: nel 2010 fa il suo esordio, guarda caso, proprio contro la Romania a Saint-Denis. Erano le qualificazioni all'Europeo 2012, finirà 2-0 e lui entrerà solo al minuto 87. Lo stesso nel quale ha segnato nel primo match di Euro 2016 il 2-1 ancora ai rumeni ed ancora a Saint-Denis, che porta lo stesso nome della capitale di Riunione, dov'è nato e cresciuto. Il cerchio si chiude: la Francia ha un nuovo idolo.