Chi è Joao Pedro, il talento brasiliano classe 2001 preso dai Pozzo per 50 milioni
Realizzare sei gol e un assist in tre partite, per un ragazzino classe 2001, è come un sogno ad occhi aperti. Già, proprio come quello che sta vivendo João Pedro Junqueira de Jesus, attaccante di quel Fluminense che anni fa aveva visto esplodere il talento di Diego, l’ex fantasista della Juventus. Somiglia a Robinho nel fisico e nella tecnica, ha superato Ronaldo e Neymar nei numeri attuali mostrati e si avvicina molto alle caratteristiche viste da Vinicius nel Real Madrid. Insomma, l’ennesimo talento brasiliano che in poco tempo ha stregato il mondo intero realizzando una tripletta in mezz’ora.
Un giocatore che ha però già una sorta di futuro segnato: quello della famiglia Pozzo. Finirà infatti al Watford il prossimo gennaio 2020. Il patron dell’Udinese, in una sorta di colpo alla Alexis Sanchez, ha sborsato (senza neanche attendere il suo esordio, giudicando solo dai numeri nella squadra giovanile del club carioca) una cifra pari a 50 milioni. Ma occhi all’inserimento del Liverpool che potrebbe convincere i Pozzo a cedergli il cartellino. Staremo a vedere, intanto vediamo chi è in questo focus mirato sul nuovo asso del calcio brasiliano.
Chi è Joao Pedro
Nulla a che vedere con il trequartista del Cagliari, i due sono solo omonimi. Joao Pedro Junqueira de Jesus è infatti un classe 2001 che di ruolo fa l’attaccante. Nato a Ribeirão Preto, un comune del Brasile nello Stato di San Paolo che conta quasi 600.000 abitanti, è cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Fluminense.
Numeri, dribbling e gol che hanno fatto subito aguzzare la vista ai talent scout della famiglia Pozzo che hanno subito messo a segno il colpo firmando una sorta di accordo con il club carioca per l’approdo, già dal prossimo mese di gennaio 2020 nel Watford in Premier League. Un autentico colpo da novanta che ha lasciato sgomenti tutti, soprattutto dopo le ultime straripanti prestazioni del ragazzo con la prima squadra.
Record e numeri da favola col Fluminense
Prima del 18 maggio del 2019, nessuno conosceva questo ragazzo, se non gli addetti ai lavori del settore giovanile e appunto, la famiglia Pozzo. Già, perché fu proprio quella la data del suo esordio nel massimo campionato brasiliano contro il Cruzeiro. Joao Pedro ha giocato solo 20 minuti, tanti quanto bastano per realizzare una doppietta e fissare il punteggio sul 4-1 per la sua squadra. E’ finita qui secondo voi? Neanche per sogno.
Di questo ragazzo ha cominciato a parlarne tutto il Paese e i paragoni si sono sprecati giorno dopo giorno. E allora ecco la riprova, 27 maggio, (prima aveva realizzato un altro gol nel derby contro il Flamengo e un altro in Coppa sempre contro il Cruzeiro) gara contro il Bahia, dove il suo Fluminense ha perso 3-2 ma Joao Pedro è riuscito comunque ad andare in gol. Ma il bello deve ancora venire…
L’exploit contro il Nacional
Ma la data che difficilmente Joao Pedro riuscirà a dimenticare, è quello del 24 maggio scorso. Un presagio, un segno del destino, chiamatelo come volete, ma la storia che si è consumata in quella notte, nel Tempio del Maracanà di Rio, forse questo ragazzo un giorno la racconterà ai suoi figli e ai nipoti. Il Fluminense giocava i sedicesimi di Coppa Sudamericana contro i colombiani del Nacional di Medellin. Sfortuna volle che il tecnico dei padroni di casa, Fernando Diniz, perdesse per infortunio i suoi due attaccanti: Pedro e Leo Artur.
E allora ecco che la mossa a sorpresa è stata proprio quella rappresentata dall’ingresso in campo dal 1’ di Joao Pedro. Mai mossa fu più azzeccata perché nel 4-1 finale rifilato ai colombiani, questo ragazzo è riuscito a segnare una tripletta: di testa, di sinistro scavalcando il portiere e di destro. In mezzo anche un assist per Luciano. Era appena nata una stella.
Doti tecniche e il Festival dei paragoni
Da quel momento in poi in Brasile non si fa altro che parlare di lui e del suo talento. Un giocatore che ha già scomodato paragoni illustri con nomi di primo livello come Ronaldo, Robinho, Neymar e la stellina Vinicius. Ben 8 gol in 11 spezzoni di match, 303 minuti per la precisione, uno ogni 38 minuti, insomma, roba da non credere. Alto (1,82 cm), magro e bravo con la palla tra i piedi, nel dribbling, nella percussione, nella ricerca dello spazio e anche nel riuscire a proteggere la palla.
Incredibile pensare che questo ragazzo fosse stato notato soltanto dalla famiglia Pozzo che si sa, in quanto a talenti, è sempre stata un passo avanti agli altri, ma non pensavamo fino a questo punto. Da ala a centravanti, così gli fu modificato il ruolo nelle giovanili del Fluminense: e mai scelta fu più azzeccata. Ben 32 gol in 29 gare nel Sub17 col sogno adesso di farsi largo tra i grandi del calcio europeo.