Mourinho, addio Chelsea. I tabloid: buonuscita di 40 milioni di euro
José Mourinho e il Chelsea si dicono addio per la seconda volta (la prima accadde nella stagione 2007/2008). Il manager portoghese non è stato ufficialmente esonerato dal club (come inizialmente rilanciato dalla BBC) ma si tratta di rescissione consensuale, misura alla quale si è arrivata dopo la sconfitta (pesantissima) contro il Leicester di Ranieri. The end, cala il sipario sullo Stamford Bridge: un flop da 40 milioni di euro, la cifra che il magnate russo dovrà corrispondere al portoghese come buonuscita a fronte di un contratto fino al 2019. "Tutti al Chelsea ringraziano José per il suo immenso contributo da quando è tornato nell'estate 2013 – si legge nel comunicato del club -. Le tre Premier League, la FA Cup, la Community Shield e le tre Coppe di Lega vinte nell'arco delle due esperienze ne fanno il tecnico più vincente nei nostri 110 anni di storia. Ma sia José che la società concordano sul fatto che i risultati non sono stati abbastanza buoni in questa stagione e credono che sia nel miglior interesse di tutti prendere strade diverse".
Chi prenderà il suo posto? Secondo le prime indiscrezioni che filtrano dai tabloid sarebbe l'olandese Guus Hiddink il tecnico scelto come traghettatore fino al termine della stagione. Per l'allenatore sarebbe la seconda esperienza sulla panchina del Chelsea: già nel febbraio del 2009 subentrò al posto di Grant e portò la squadra alla vittoria in FA Cup e alle semifinali di Champions, dove perse con il Barcellona. Nelle ultime ore, però, era emerso anche un altro nome: Juande Ramos, 51 anni, allenatore spagnolo che dal 2005 al 2007 alla guida del Siviglia ha vinto (quasi) tutto (dalla Coppa e Supercoppa di Spagna, Coppa e Supercoppa Uefa). Un tecnico di esperienza che in Inghilterra arriverebbe a un prezzo possibile e desideroso di rimettersi in carreggiata dopo l'ultima avventura sulla panchina del Dnipro chiusa nel 20014. In Premier League pure è conosciuto: nella stagione 2007/2008 conquistò la Coppa di Lega alla guida del Tottenham. Levante, Betis, Espanyol, Malaga e Real Madrid (venne chiamato al posto di Schuster) figurano nel suo curriculum: ce n'è abbastanza perché Abramovič decida di compiere il grande passo.
Quindici punti in 9 partite con 6 sconfitte sul groppone. E’ questo l’incredibile ruolino di marcia del Chelsea, campione in carica, nella Premier League 2015/2016. Una stagione disastrosa per la squadra di Mourinho che nel monday night della 16a giornata si è inchinato alla nuova capolista, il sorprendente Leicester di Claudio Ranieri. Se la squadra del manager capitolino, corre e lotta su ogni pallone, quella dello Special One è l’ombra di se stessa. Una crisi che Josè Mourinho nel post partita ha provato a spiegare in modo netto. L’allenatore lusitano infatti dopo essersi complimentato con gli avversari, ha puntato il dito contro alcuni dei suoi giocatori protagonisti con il loro atteggiamento di un vero e proprio tradimento: “Ha meritato di vincere il Leicester, è stato migliore di noi per un'ora, noi solo per 20-30 minuti però abbiamo concesso due gol in un modo che per me è inaccettabile. Alcuni dei miei non stanno giocando ad alti livelli. Ed è brutto da vedere. In questo modo viene tradito il mio lavoro”.
Gruppo lacerato. Confermate dunque ancora una volta le indiscrezioni su uno spogliatoio del Chelsea spaccato, con molti Blues tutt’altro che in linea con Mourinho. Uno di questi secondo i tabloid sarebbe quell’Hazard che contro il Leicester è uscito dopo soli 30’ in seguito ad un infortunio. Ecco come Mourinho ha commentato lo stesso: “L'infortunio di Hazard? Ha deciso in 10 secondi che si era fatto male. Non so cosa gli sia capitato ma per decidere di uscire così velocemente dev'essersi fatto male seriamente". Analizzando la partita a Mourinho non è piaciuto l’atteggiamento della squadra avversaria nei minuti finali. Troppe perdite di tempo da parte di Vardy e compagni che hanno irretito l’allenatore e i giocatori del Chelsea: “Va anche detto però che gli ultimi 15′ di gara si sono trasformati in 5′ tra perdite di tempo dei raccattapalle e infortuni che forse c'erano e forse no".