Mou, che combini? Al Chelsea tutti contro José
Mai José Mourinho era partito così male in carriera. Il Chelsea, che lo scorso anno ammazzò la Premier League vincendo 8 delle prime 10 partite (i due pareggi li ottenne in trasferta a Manchester), nelle prime cinque partite di Premier ha ottenuto la miseria di quattro punti. Fosse accaduto qualche anno fa probabilmente Abramovich avrebbe liquidato Mou, come fece nel 2007. Ma il portoghese ha rinnovato fino al 2019, e cacciarlo costerebbe una fortuna al tycoon russo che è con le mani legate e che soprattutto sa che lo spogliatoio è in fermento.
Fronda anti-Mou? – Pare infatti che una serie di calciatori non segua più Mourinho. Il portiere Begovic, preso come riserva di Courtois e ora titolare per via dell’infortunio del belga, avrebbe detto che i suoi compagni di squadra sono quasi rassegnati. E questa è stata l’impressione che hanno avuto anche gli spettatori del match con l’Everton, che senza strafare ha vinto per 3-1, sabato scorso. Secondo il ‘Mirror’ ci sarebbero alcuni dei principali calciatori del Chelsea (Oscar, Willian e Hazard) che non sopporterebbero i metodi autoritari di Mourinho, che si sta comportando esattamente come ha sempre fatto. Di sicuro John Terry inizia a sentire il peso degli anni, mentre Fabregas e Diego Costa, quelli che hanno fatto fare ai londinesi il salto di qualità lo scorso anno e che adesso stanno giocando al di sotto delle proprie possibilità.
Lady Abramovich – Da oltre un mese un problema grosso per Mourinho è quello relativo al siluramento della dottoressa Eva Carneiro, pronta a denunciare il portoghese e il club per ‘sessismo’. La cacciata della bella Caneiro non è piaciuta allo spogliatoio e nemmeno alla compagna di Abramovich, Dasha Zhukova che come le altre wags non ha preso bene la decisione dell’ex allenatore del Real Madrid, che in questo clima sta preparando la sfida di Champions League con il Maccabi Tel Aviv, a cui seguirà il derby con l’Arsenal. E proprio l’Arsenal potrebbe rappresentare il futuro di Mourinho, secondo il ‘Mail on Sunday’.
