Chelsea, Mourinho come Allegri: se non vince in Champions sono dolori

C'è un unico comune denominatore che unisce chi ha vinto la scorsa Serie A e chi ha festeggiato il successo nella passata Premier League. Un filo rosso che collega Torino a Londra e che passa dall'Europa intera: quella più scintillante della Champions League. Juventus e Chelsea, sono le due grandi deluse d'Europa. Entrambe partite malissimo in campionato ed entrambe alla ricerca di un riscatto nel primo impegno europeo. Se per Allegri, però, l'esame sarà particolarmente difficile, per Mourinho i primi novanta minuti del gruppo G di Champions potrebbero rivelarsi una passeggiata di salute. Condizionale d'obbligo, però, perché visto il cammino dei londinesi in Premier League tutto è davvero possibile: anche un clamoroso crollo contro il Maccabi Tel Aviv ed una possibile sostituzione dell'allenatore portoghese…oggi, più che mai, sotto il tiro incrociato delle critiche dei tabloid. Così come quello bianconero, il cammino in campionato del Chelsea è un pianto. Cinque partite giocate, una vittoria, un pareggio e tre sconfitte: due consecutive, nelle ultime settimane, contro Crystal Palace ed Everton.
Il risultato di questo inizio da shock, è una classifica imbarazzante (penultimo posto, in compagnia della neopromossa Bournemouth) e uno spogliatoio spaccato in due dalla personalità ruvida e spesso scomoda dello "Special One" che, come da copione, in mezzo alla guerra e con il rumore dei nemici molto vicino perde il senso della misura e scivola in dichiarazioni inopportune e atteggiamenti poco "british", come gli insulti urlati in faccia al manager dell'Everton. Le ultime ore, dalle parti Stamford Bridge, non sono state certo tranquille. I giornali, ovviamente, ci sguazzano e sparano in prima pagina titoli a nove colonne sul futuro di Mou. "Se tutto questo fosse successo durante il primo mandato del tecnico portoghese – hanno scritto in Inghilterra – Abramovich lo avrebbe cacciato entro la fine della settimana". All'ipotesi rilanciata dal "Mirror", hanno fatto seguito i vari "dossier" preparati contro l'allenatore dagli altri tabloid che, tra le altre cose, continuano a rinfacciare a Mourinho l'ormai "famoso" caso Eva Carneiro.
Per mettere parzialmente a tacere le polemiche e respirare a pieni polmoni fino a sabato prossimo, quando a Londra ci sarà il derby contro il suo nemico di sempre Arsene Wenger, a Mourinho servirebbe una bella vittoria nella prima partita di Champions League: uno di quei successi, magari con più gol, che solitamente manda in visibilio l'umorale critica inglese e la paziente tifoseria inglese. L'impresa non è poi così difficile (stiamo parlando del Maccabi, non del Barcellona) e potrebbe scaraventare il Chelsea in testa a proprio raggruppamento, dato che il Porto sarà impegnato a Kiev contro la Dinamo. "Non mi sento sotto pressione, anche se questo è il momento peggiore della mia carriera. Però, penso che non ci sia tecnico migliore di me per questa squadra", ha dichiarato lo "Special One" dopo la sconfitta contro l'Everton. Forse nessuno gli ha detto che a Londra cominciano a pensarla diversamente.