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Chelsea, Jorginho: “A Verona decisi di smettere col calcio, il mio agente mi derubava”

Il centrocampista italo-brasiliano ha rivelato al sito ufficiale del Chelsea alcuni particolari inediti dell’inizio della sua carriera da calciatore professionista, a Verona. Quando giocava nella Beretti dell’Hellas venne truffato dal suo agente che lo teneva a 20 euro a settimana: “Decisi di mollare, la mia famiglia mi aiutò”
A cura di Alessio Pediglieri
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Oggi è uno stimato professionista con una carriera internazionale che sta per spiccare il definitivo volo. Da Verona, al Napoli al Chelsea, passando per i colori della nazionale azzurra: Jorginho si è raccontato al sito ufficiale del club londinese con cui ha alzato al cielo il suo primo trofeo in assoluto, l'Europa League.

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Un racconto che svela anche momenti inediti della vita e della carriera del giocatore che potrebbe anche seguire Sarri alla Juventus qualora si incatenassero alcuni tasselli mancanti al puzzle. Intanto, è punto di riferimento dei Blues di Londra dove non ha alcuna intenzione di muoversi presto.

L'agente truffaldino

Nella storia di Jorginho, però, c'è anche un momento difficilissimo personale e professionale che ha dovuto affrontare e superare, quando era a Verona e giocava nell'Hellas, società che gli ha permesso di farsi conoscere nel calcio che conta. Jorginho ha svelato di essere stato sul punto di mollare il calcio dopo essere stato preso in giro dall'agente che l'aveva portato a Verona.

Mi allenavo e andavo a scuola, nient'altro. Ho incontrato un brasiliano e siamo diventati amici, gli ho detto che vivevo a 20 euro a settimana. Lui mi ha detto che forse c'era qualcosa che non andava: si è scoperto che il mio agente prendeva i soldi e non ne sapevo nulla. A quel punto volevo arrendermi. Ero completamente distrutto. Ero stufo

Il supporto della famiglia

Jorginho a quell'epoca era semplicemente un ragazzo di 16 anni e una giovane promessa che sgomitava per farsi largo nel calcio dei più grandi, giocando con i suoi pari età nella Beretti del Verona. Il racconto prosegue con il centrocampista che stava per decidere di abbandonare tutto e tutti, per ritornare in Brasile dalla famiglia: "Ho telefonato a casa in lacrime e ho detto a mia madre che volevo tornare a casa e non giocare più a calcio". Fortunatamente, la famiflia lo ha sostenuto e incoraggiato a non lasciare tutto ma restare e lottare.

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