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Chelsea, esonero Mourinho: “Ho dato tutto me stesso, anche troppo”

Lo Special One ha commentato il proprio esonero via tv e ha escluso al momento ritorni clamorosi nelle sue ex squadre. Il direttore tecnico Emenalo: “Troppi attriti coi giocatori, era ora che Abramovich intervenisse”. A Londra si lavora per il successore: Hiddink in pole ma per giugno si punta a Guardiola.
A cura di Alessio Pediglieri
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Josè Mourinho ha le idee chiare su quanto è accaduto in questi mesi al Chelsea e sul suo esonero, arrivato dopo l'ennesima sconfitta (contro il Leicester del vecchio nemico Ranieri). Una scelta richiesta dalla società che il portoghese ha accettato consensualmente senza entrare in vertenza. Una conclusione più che ovvia di un rapporto che si era andato a deteriorare con i giocatori che pian piano hanno abbandonato lo Special One sempre più isolato nelle sue scelte e nel suo modo di vivere il calcio. Adesso, Mou – che ha recepito una plurimilionaria buonuscita per rescindere un contratto che lo legava fino al 2019 – sarà libero di guardarsi subito attorno per capire quale potrà essere la sua prossima destinazione.

Il divorzio è arrivato in anteprima sulla BBC, poi c'è stato il comunicato ufficiale della società inglese, quindi le notizie sugli account ufficiali sui vari social network. Come nel 2007, Mourinho è stato sollevato dal suo ruolo di allenatore del Chelsea. Allora il destino lo portò all'Inter per un'avventura che lo condusse verso la gloria del Triplete. Questa volta le premesse sono differenti. C'è sempre Mancini in nerazzurri – come allora – ma l'avventura dello jesino è appena all'inizio e lo Special One oggi più che mai è uno splendido ricordo, nulla più.

Intanto, Mourinho a poche ore dall'addio al Chelsea, ha già parlato ai microfoni di BT Sport, raccontando la propria verità del rapporto tra lui il club e i giocatori: "Ho dato tutto, a volte troppo e altre ancora sono stato troppo emozionale. Però faccio questo in ogni club, ma l'unico in cui sono stato due volte è stato il Chelsea. L'Inter per me è stata speciale, così come il Porto e l'onore di aver guidato il Real Madrid".

Era tempo che Abramovich intervenisse per sanare una situazione oramai compromessa. C'erano palpabili attriti tra Mourinho e i giocatori. Loro non hanno colpa per l'esonero di Mourinho (Michael Emenalo, direttore tecnico Chelsea)

Intanto il Chelsea sta pensando al suo successore che dovrebbe essere Guus Hiddink – anche per lui un ritorno a Londra – perché conduca la squadra fino a fine stagione in attesa di scelte più definitive. La suggestione a questo punto sarebbe provare a riportare a Londra Carlo Ancelotti, attualmente libero da vincoli o Pep Guardiola che tutti danno già a Manchester, sponda City, ma che in realtà potrebbe essere oggetto di un'asta milionaria tra gli sceicchi e il magnate russo Abramovich.

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