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Checco Moriero, lo sciuscia’ di Ronaldo e Recoba

Compie oggi 47 anni uno degli esterni più fantasiosi della nostra serie A, protagonista nell’Inter di Ronaldo. Divenne celebre anche per una strana esultanza.
A cura di Mirko Cafaro
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Diverse esultanze sono diventate celebri nella storia del calcio: dalla maglia sulla testa di Ravanelli all'aeroplanino di Montella, dalla mitragliatrice di Batistuta al trenino del Bari, solo per citarne alcune. Tra queste, un posto di rilievo lo merita lo "sciuscià di Francesco Moriero": un gesto spontaneo, nato quasi per caso e che fu inscenato per la prima volta il 31 agosto del 1997. È il diretto interessato ad aver ricordato di recente quell'episodio: "Era la seconda giornata di campionato e perdevamo a San Siro contro il Brescia. Gigi Simoni decise di far entrare Recoba al posto di Ganz. Dopo qualche minuto quel giovane uruguaiano ci mostrò cosa sapeva fare segnando un gol da antologia con una precisa punizione da 30 metri che bucò Cervone che già era alto e potente di suo. Mentre quella palla spegneva la sua corsa in fondo alla rete a me venne in mente di lustrargli la scarpa, un gesto nato per scherzo ma che diventò un rituale di quegli anni all'Inter".

Un'Inter che quell'estate fece arrivare alla Pinetina oltre al talento dell'emergente Recoba, il "vero" Ronaldo, al quale era stata ispirata quell'esultanza, lo stesso Moriero, reduce dall'esperienza alla Roma e approdato in nerazzurro via Milan (che ottenne in cambio André Cruz per la difesa), ma anche gli esperti Simeone e Cauet, il variopinto Taribo West e gli emergenti Sartor e Mezzano. Una squadra di livello che in quel 1997-1998 si aggiudicò la Coppa Uefa in finale con la Lazio e che ebbe in Moriero un punto fermo proprio di quella scalata europea. L'esterno leccese, che oggi compie 47 anni da allenatore del Catania in Lega Pro (è subentrato a Pancaro per salvare la squadra che non naviga in buone acque), si fece notare per un gol in rovesciata al Neuchatel ai trentaduesimi di Coppa, poi per la doppietta al Lione nel turno successivo e infine per l'assist a Ronaldo che fissò il 3-0 in finale.

Un'annata magica che lo condusse sino alla convocazione in Nazionale del ct Cesare Maldini: 8 presenze per lui che in amichevole col Paraguay si guadagnò il pass per il Mondiale di Francia del 1998 segnando due gol; il primo in rovesciata con una palombella che beffò il mitico Chilavert, il secondo con un tiro all'incrocio. Gesti tecnici, che avrebbero meritato una lustratina di scarpe e che facevano parte del repertorio di questa ala scattante, veloce, abile nel dribbling e che in carriera si è meritato l'accostamento a predecessori celebri del calibro di Bruno Conti e Franco Causio. La sua esperienza all'Inter si concluse nel 2000 con il passaggio al Napoli, dove rimase due stagioni prima di scegliere la strada della panchina. Un'avventura cominciata in Africa nel campionato ivoriano e poi proseguita all'insegna della gavetta tra Lanciano, Crotone, Frosinone, Grosseto, Lugano, Lecce, Catanzaro e ora in Sicilia, dove si augura di poter rilanciare le quotazioni degli etnei.

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