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Che fine ha fatto Taribo West, l’atleta di Dio dall’età imprecisata

Cosa fa oggi Taribo West? Famoso più per i suoi interventi approssimativi che per le qualità tecniche, entrò nel cuore dei tifosi per il suo atteggiamento e per il suo look dalle treccine sempre colorate. Gli aneddoti attorno a lui si sprecano: dal botta e risposta con Lippi, ai passaporti falsi, fino alla data di nascita ‘ritoccata’ di 12 anni.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' arrivato in Italia nel 1997 tra le fila dell'Inter, è partito nel 2000 lasciando il Milan. Solo in questo, si può comprendere come Taribo West sia a tutti gli effetti un giocatore atipico, sui generis, oltre ogni pensiero. Lui voleva giocare e l'ha fatto malgrado la classe non fosse eccelsa e la tecnica solamente abbozzata. L'ha fatto perché ha creduto in se stesso, lui giocatore "di Dio" perché Dio un giorno gli disse "devi giocare nell'Inter". Peccato, rispose Marcello Lippi allora tecnico nerazzurro, "a me non ha detto niente…" Eppure, Taribo, il nigeriano dalle treccine colorate, è riuscito ad entrare nell'immaginario calcistico al di là della tifoseria nerazzurra: non c'è amante di calcio che non lo ricordi. Più che per i suoi gesti atletici, per il suo modo di intendere la vita e il calcio. Tanto da dover rispondere, a carriera conclusa, di una data di nascita falsificata. Perché Taribo non sarebbe nato nel '74, bensì nel '62. Dodici anni prima, giocando fino a 45 anni d'età. Anche in questo, unico.

 "Mangiali tutti, Taribo mangiali tutti" – Il coro dagli spalti di San Siro si è innalzato per due stagioni, vissute ‘pericolosamente' con Taribo in campo. Due stagioni in cui il difensore nigeriano, arrivato dall'Auxerre, ha dato sempre il massimo per i colori interisti tanto da ritagliarsi un posto particolare nel cuore dei tifosi al di là delle reali qualità tecniche e atletiche. Ruvido, falloso, dalla tecnica approssimativa, West era temuto dagli avversari più per la paura di prender calci che per le qualità difensive. Nella stagione 1997-1998 è entrato nella storia una sua clamorosa entrata scomposta sul viola  Andrej Kančel'skis, per la quale rimediò solo un ‘giallo' ma costringendo il giocatore ad un lungo stop. Lui però, non si scomponeva: era arrivato in maglia nerazzurra nel 1997  e dopo due Coppe di Francia e una Ligue, andò a vincere con l'Inter (65 presenze totali e 2 gol) la Coppa Uefa dando il proprio contributo come meglio poteva e diventando beniamino dei tifosi più per le acconciature strambe e per gli atteggiamenti al limite del consentito che per le prestazioni in campo.

taribo west

Atleta di Dio, tra Lippi e la beneficenza – Il suo rapporto con la religione è sempre stato molto forte, perchè Taribo è sempre stato uomo di fede: prima, durante e dopo la sua carriera sportiva. Ai limiti del gossip. Tanto che si narra che ai tempi dell’Inter si presentò da Lippi (nel 1999) e gli disse testualmente: "Dio mi ha detto che devo giocare nell'Inter". E l’allenatore, da buon toscanaccio, rispose piccato: "Strano, a me non ha detto niente…". Fatto sta che taribo abbandonò il nerazzurro per saltare il Naviglio e vestirsi in rossonero, per una avventura a Milanello da dimenticare: 4 partite in una stagione. La sua carriera continuò da giramondo: Taribo andò in Inghilterra nel Derby County e qualche anno dopo nel Plymouth; poi in Germania nel Kaiserslautern, in Serbia nel Partizan Belgrado e poi ancora lontano dall’Europa, tra gli arabi dell’Al-Arabi e infine nella madrepatria tra le fila dello Julius Berger. Nel frattempo Taribo era diventato un pastore pentecostale nella chiesa "Shelter in the Storm", fondata da lui stesso alla periferia di Milano. E a fine carriera ha inoltre fondato la "Taribo West Foundation" per aiutare i bambini nigeriani in difficoltà ed una scuola calcio con George Weah. West oggi continua a predicare dal pulpito della sua chiesa, ormai lontano dal calcio e dalle luci della ribalta.

La carta d'identità ‘ritoccata' di 12 anni – Qualche tempo fa (2009) le luci, però, si sono improvvisamente riaccese una prima volta a causa di una vicenda sulla ricettazione di passaporti falsi, ma alla fine ne è uscito completamente pulito. Nell'occasione West dichiarò: "Il mio cuore batte forte ancora per l’Inter". E come non farlo, visto che il nerazzurro gli consentì fama oltre il proprio valore sportivo. Ma quello del 2009 fu solo l'antefatto del più clamoroso caso, datato 2013, quando l'ex Presidente del Partizan ha avuto modo di accertare la vera età di Taribo. E  scoprì ben "12 anni di differenza" dalla realtà.

All’epoca del trasferimento al Partizan di Belgrado, 2002, Taribo West dichiarava di avere solo 28 anni ma, in realtà, ne aveva ben 40 ed, inoltre, quando nell’estate del 1997 i nerazzurri acquistarono Taribo West dall’ Auxerre, il nigeriano aveva già compiuto 35 anni mentre la dirigenza interista pensava di aver acquistato un calciatore di soli 23 anni, ad inizio carriera. Il tutto nasce, dunque, dalla “falsificazione” della suo anno di nascita con un consistente “ritocco” non di poco conto, di ben di 12 anni: Taribo West, infatti, sarebbe nato nel 1962 ed, invece, ha sempre dichiarato e fatto risultare di essere un classe 1974. Tutte acuse rimandate al mittente: "Lui non è mio padre, fratello o parente. I giornalisti dovrebbero chiedergli dove ha ottenuto questa notizia", rispose West . Sulla cui data di nascita resta ancora il mistero.

Appese le scarpette al chiodo nel 2007 dopo aver indossato l'ultima maglia della carriera (quella del Paykan Teheran) si è autoproclamato pastore pentecostale ecumenico Rovelliano, fondando nella periferia di Milano la chiesa Shelter in the Storm ("rifugio nella tempesta") e la Taribo West Charity Foundation per aiutare i bambini nigeriani in difficoltà oltre a una scuola calcio assieme all'ex milanista, George Weah.

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