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Che fine ha fatto Rivaldo: dalla Champions alla B brasiliana (FOTO/VIDEO)

A 41 anni, l’attaccante brasiliano è tornato nel suo paese e continua a marcare reti importanti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Da San Siro a San Paolo: è la storia di Rivaldo Vítor Borba Ferreira, uno degli attaccanti brasiliani più forti di tutti i tempi. Nato il 19 aprile 1972 a Paulista, Rivaldo muove i primi passi proprio nella squadra della sua città alla fine degli anni '80, per poi giocare in altri club brasiliani fino al 1996, quando, dopo tre scudetti con oltre 100 presenze e 60 reti, oltre ad un bronzo olimpico ad Atlanta, viene "scoperto" dagli osservatori del Deportivo La Coruña, formazione galiziana della Liga. E' il boom: in 46 partite, Rivaldo marca 22 reti, e così a venticinque anni entra nel mirino del Barcellona, che lo ingaggia nel 1997. Inizia la leggenda: in cinque anni vince due volte la Liga, una Coppa del Re ed una Supercoppa Europea, mentre in Champions per due volte è costretto a fermarsi in semifinale, eliminato da Valencia e Real Madrid. Stessa sorte in Coppa UEFA, dove stavolta lo ferma il Liverpool di Gerard Houllier.

Nel quinquennio blaugrana, dove perde anche tre finali di Supercoppa di Spagna, contro Valencia, Maiorca e Real Madrid, marca 130 reti in 235 gare, mentre con la Nazionale conquista una Confederations Cup (1997), una Coppa America (1999) e soprattutto il Mondiale 2002. Nel 1999, nel pieno della sua avventura catalana, conquista anche un Pallone d'Oro, il titolo FIFA World Player, e quello di capocannoniere della Coppa America. Un bottino enorme. A 30 anni passi al Milan, e molti credono che non possa ripetere i trionfi del Camp Nou. Ma non sarà così: sl suo primo anno rossonero, Rivaldo conquista una Coppa Italia, segnando anche una rete nella finale contro la Roma, un'altra Supercoppa Europea e soprattutto una Champions League, in cui segna anche una rete al Real Madrid. Nel gennaio successivo, lascia il Milan per il Brasile, ma è solo una parentesi momentanea: torna in Europa per andare a giocare in Grecia con l'Olimpiakos per tre anni: un triennio in cui vince fisso il campionato (tre su tre) e due coppe di Grecia.

Dopo due anni all'AEK di Atene, vola ancora più a est, in Uzbekistan, dove si accasa al Bunyodkor vincendo altri due campionati ed una coppa nazionale, arrivando anche ai quarti della Champions League asiatica. Infine, ad ormai 38 anni, il ritorno in Brasile, ma poi, appena due anni dopo, la nuova parentesi estera: in Angola, con il Kabuscorp. Solo pochi mesi fa, il nuovo ritorno in Brasile, in B con il São Caetano. Parentesi anche questa? In effetti, gli manca solo il continente oceanico…

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