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Che fine ha fatto Maicosuel? La storia dell’ex Udinese e quel ‘cucchiaio’ maledetto

La storia di Maicosuel, il brasiliano che approdò all’Udinese con l’etichetta de ‘O Mago’ e che in poco tempo ha condannato i friulani alla mancata qualificazione in Champions League. Il suo rigore ‘a cucchiaio’ intuito dal portiere dello Sporting Braga, ha dato inizio al declino della sua carriera. Nel 2018 ha provato a rilanciarsi al Gremio, ma il risultato è stato sempre mediocre: nessun gol e poche presenze. Mandato in prestito al Paranà (sempre in Brasile), oggi è ancora di proprietà del San Paolo.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Nel calcio ci sono storie che non si possono dimenticare. Percorsi difficili, a volte tortuosi, quasi irraggiungibili, per diversi motivi. Ma ci sono casi in cui, a complicare il tutto, c’è la poca concentrazione, la superficialità e l’eccesso di sicurezza, che a volte possono portare a conseguenza quasi disastrose. E’ questo il caso di Maicosuel Reginaldo de Matos, meglio noto semplicemente come Maicosuel. Lo ricordate? Ma certo che si. L’attaccante classe 1986 che qualche anno fa sbarcò all’Udinese con la fama de ‘O Mago’ (così si faceva chiamare).

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Ma di magie ne ha fatte poche in Italia, anzi, forse ha sbagliato proprio tutto, perchè ciò che ha fatto all’Udinese fu quasi una punizione. Riuscì infatti a sbagliare un rigore decisivo nella sfida di ritorno dei preliminari di Champions League contro lo Sporting Braga, calciando un penalty a cucchiaio al quale il portiere non ha abboccato restando fermo, immobile, in attesa che la palla lentamente finisse tra le sue mani. Guidolin, nervoso e amareggiato per quel rigore, non l’ha mai più fatto giocare costringendolo poi al ritorno forzato in Brasile. Ma vediamo oggi che fine ha fatto Maicosuel.

L’arrivo in Italia tra grandi aspettative

Solitamente l’Udinese non sbaglia un colpo. E’ inutile menzionare i grandi acquisti del club friulano che, prendendo perfetti sconosciuti del calcio, riesce sempre a valorizzarli e a rivenderli a peso d’oro. Quasi sempre. Già, perché quando mai avrebbe immaginato quali conseguenze avrebbe provocato i suo acquisto. Diciamo che in Europa Maicosuel aveva già fatto notare un feeling non proprio perfetto.

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Passò infatti nell’aprile del 2009 all’Hoffenheim in Germiana, dal Botafogo, per 4,5 milioni realizzando solo 3 gol in 27 gare. Una sola stagione per fare rientro di nuovo al Botafogo che lo riacquistò per 4 milioni prima dell’exploit dell’Udinese nel 2012 che lo preso per 5,3 milioni di euro. Un colpo annunciato per fare un salto di qualità e impreziosire ulteriormente, dal punto di vista tecnico, la rosa dell’allora tecnico Guidolin.

Un promettente avvio di stagione prima del disastro

E non inizia neanche malissimo la sua esperienza all’Udinese. Guidolin aveva avuto modo di osservarlo durante tutta la preparazione atletica e così ecco subito il premio del campo. La sua prima presenza in assoluto con la maglia bianconera arriva infatti all'andata dei preliminari di Champions League, proprio contro lo Sporting Braga, subentrando verso la fine del secondo tempo.

Un buon inizio che aveva soddisfatto anche il tecnico dei friulani che successivamente decise anche di fargli fare, il 25 agosto, l’esordio in massima serie. Niente male davvero poiché Maicosuel segnò perfino la sua prima rete in Serie A in casa della Fiorentina al 28′ grazie all'assist di Muriel nonostante la sconfitta finale per 2-1 da parte dei friulani.

L’inizio della fine al ‘Friuli’ contro il Braga

Soddisfazione massima da parte dell’Udinese che ha pensato subito di aver trovato in Maicosuel l’ennesimo gioiello da rivendere, magari in futuro, ad un prezzo esorbitante, quasi da record, per creare l’ennesima plusvalenza di una società maestra in questo genere d’affari. Ma invece ecco avvicinarsi lo spettro di un epilogo della sua avventura a Udine che forse non si sarebbe mai aspettato neanche lui.

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Ritorno dei preliminari di Champions League contro lo Sporting Braga, in Portogallo, all’andata, finì 1-1, stesso risultato al ritorno dopo l’iniziale vantaggio di Armero e al pareggio, poi di Ruben Micael. Dopo i supplementari terminati senza gol, si va ai rigori e Maicosuel, calcia dopo i gol bianconeri di Domizzi e Pinzi.

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Decide per calciare il penalty a cucchiaio che lentamente però, si spegne tra le braccia immobile del portiere avversario che non abbocca. Risultato? Unico rigore sbagliato dei 10 tiri complessivi dal dischetto effettuati dalle due squadre e Udinese retrocessa in Europa League.

Il lento declino da Udine al ritorno in Brasile

Da quel momento in poi, nonostante le scuse del calciatore e l’amarezza di Guidolin per aver fatto tirare il rigore all’ultimo arrivato e non a chi, durante la stagione precedente, si era guadagnato il preliminare di Champions, l’avventura di Maicosuel all’Udinese si può dire fosse finita. In panchina per le successive 5 partite consecutive e non inserito nella lista per l’Europa League, rientrò in campo solo il 7 ottobre contro il Napoli, poi solo sporadiche apparizioni.

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Per un totale di 20 presenze e un altro gol, dopo quello all’esordio, contro il Pescara. L’anno successivo, se vogliamo, fu anche peggio con 19 presenze e 1 solo gol contro il Chievo che costrinsero, a fine stagione, il club a liberarsene lasciandolo ripartire per il Brasile.

Cosa fa oggi Maicosuel?

Nel luglio del 2014, preso atto della decisione della società, si trasferisce a titolo definitivo all’Atletico Mineiro, con cui firma un contratto di cinque anni. Successivamente, nel 2015, fu ceduto in prestito con diritto di riscatto allo  Sharjah, un club degli emirati. Fece poi ritorno alla squadra brasiliana a fine stagione. Solo 2 gol in 13 presenze e il passaggio nel 2017 al San Paolo dove non trovò fortuna realizzando 1 gol in 8 gare.

La carriera di Maicosuel (Transfermarkt)
La carriera di Maicosuel (Transfermarkt)

La sua nuova vita calcistica allora ricominciò nel 2018 al Gremio, ma il risultato fu sempre mediocre: nessun gol e poche presenze. Mandato in prestito al Paranà (sempre in Brasile), oggi è ancora di proprietà del San Paolo, ma a 34 anni e con un passato che forse l’ha segnato definitivamente, pensare a una sua risalita nel calcio pare impossibile.

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