Chapecoense, Ruschel: “Sono vivo perchè sull’aereo ho cambiato posto”
Alan Ruschel può tranquillamente parlare di miracolo. E lo può fare a ragion veduta, dopo il terribile disastro aereo che ha colpito e di fatto cancellato la Chapecoense. Dopo lo spavento e i giorni trascorsi in ospedale, il difensore brasiliano sopravvissuto allo schianto ha raccontato quegli attimi prima della partenza e quella decisione che gli ha salvato la vita: "Sono riuscito a sopravvivere all'incidente perchè ho cambiato posto sull'aereo – ha spiegato Ruschel in un recente incontro con i giornalisti – Il direttore sportivo, Cadu Gaucho, mi chiese infatti di lasciare il mio posto ad un giornalista. All’inizio ero nella parte posteriore dell’aereo e non volevo spostarmi. Poi Follman (l'altro sopravvissuto, ndr) ha insistito e alla fine mi sono messo accanto a lui. Questo è l’ultimo ricordo di quel giorno. Solo Dio può spiegare perché sono sopravvissuto all’incidente, lui mi ha afferrato e mi ha dato una seconda possibilità".
La voglia di tornare a giocare
"E' una grande gioia essere qui, anche se c'è ancora un terribile dolore per aver perso i miei compagni – ha aggiunto in lacrime il difensore – Non ci sono parole per quello che è successo, ho perso tanti amici. Non mi ricordo nulla dell’incidente, e quando mi hanno raccontato mi sembrava un incubo. Cerco di parlarne il meno possibile e di evitare di leggere le notizie. Da quel poco che ho visto credo che la causa possa essere attribuita al pilota". Ruschel non vede l'ora di tornare a giocare di nuovo, anche se ci vorranno ancora molti mesi: "Ci vorrà molta pazienza. Tre mesi per la calcificazione della colonna vertebrale, altri due per rinforzare la muscolatura. Sono solo all’inizio". Un percorso lungo che non potrà percorrere Follman: colui grazie al quale Ruschel si è salvato. Al portiere, dopo giorni di terapia intensiva, hanno infatti amputato una gamba.