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Chapecoense, a due anni dalla tragedia Neto torna a giocare: “Essere vivo è già sufficiente”

Il difensore centrale che venne estratto miracolosamente vivo dalle macerie dell’incidente aereo del novembre 2017 dopo una serie infinita di operazioni potrà tornare in campo. Insieme a lui si salvarono Ruschel già tornato a giocare e Follmann al quale è stata amputata una gamba.
A cura di Alessio Pediglieri
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Helio Neto sta per rivedere la luce. Dopo due stagioni trascorse a scrollarsi di dosso l'incubo più pesante e riprendere una forma fisica accettabile dopo la tragedia. Quella che avvenne nella notte del 29 novembre 2016, quando un tremendo schianto in Colombia si portò via quasi tutta la Chapecoense travolgendo il mondo del calcio e una intera società. Di quell'immane tragedia Neto fu uno dei miracolati e adesso, quasi due anni dopo proverà a tornare a giocare.

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Il miracolo. Difensore centrale della Chapecoense pre schianto, Neto è oggi a tutti gli effetti un giocatore che sta per tornare a calciare un pallone, un miracolo vivente per i più: quando l'aereo si frantumò sulle montagne, lui fu l'ultimo ad essere estratto, vivo, proprio nel momento in cui i soccorritori avevano oramai accettato la tristissima realtà di recuperare solo morti.

Interventi e ritorno in campo. Neto in questi due anni ha dovuto seguire una riabilitazione non solo fisica, ma anche e soprattutto di supporto psicologico. E' stato operato a un polmone, al ginocchio, al polso e addirittura al cranio. Tutti interventi necessari per riprendersi fisicamente per poter vivere normalmente ancor prima di ripensare al calcio giocato. Poi, la volontà di ritornare in campo e venerdì, dopo essere stato operato in artroscopia per sistemare una cartilagine del ginocchio, ha iniziato l'ultima preparazione.

I tre superstiti. Adesso Neto potrà provare a prendere il proprio posto, di difensore centrale, scacciando anche l'ultima traccia di incubo, insieme ahli altri due giocatori superstiti, il terzino Alan Ruschel, che è già tornato a giocare in partite ufficiali, e il secondo portiere Jackson Follmann, che dopo aver subìto l'amputazione di una gamba è diventato l'ambasciatore della Chapecoense nel mondo.

La consapevolezza. L'entusiasmo dei giorni migliori, comunque, non c'è: a 33 anni e dopo il miracoloso salvataggio per Neto le cose importanti sono altre, racchiuse anche in un libro di memorie che ha scritto per raccontare la sua avventura: "Per me già essere vivo è un grande regalo di Dio. Se poi potrò tornare in campo e dare una mano alla Chapecoense, tanto meglio"

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