Champions, Ramos solleva la Coppa… con l’imbucato
La cerimonia per la premiazione del Real Madrid campione d'Europa è stata vista praticamente in ogni angolo del mondo: chi in diretta, chi in differita, chiunque ha potuto guardare Sergio Ramos alzare al cielo l'undicesima Champions League vinta dal sodalizio castigliano, che due anni dopo la Décima vinta a Lisbona sui cugini dell'Atlético Madrid si sono ripetuti, stavolta a Milano, ancora contro i colchoneros.
Volti noti e meno noti sul palco: da Cristiano Ronaldo a James Rodriguez, famosi in tutto il mondo, passando per i meno famosi Jesé e Nacho. Ai calciatori si sono aggiunti staff e dirigenti, con il presidente Florentino Perez in prima fila. Eppure, anche ai più "affetti" da blanquismo, un volto proprio non riusciva ad avere un nome. A prima vista si trattava di un giovane, dall'aspetto europeo: un giocatore aggregato dalla Primavera? Un dirigente sconosciuto? Magari anche un semplice magazziniere che ha voluto provare il brivido di festeggiare con i campioni?
Niente di tutto questo: si trattava di Gaspare Galasso, palermitano ed "esperto" di imbucate. Qualcuno, forse, lo aveva riconosciuto perché ci era già riuscito nel 2012, all'Olimpico di Roma: il Napoli batte 2-0 la Juventus e vince la Coppa Italia, nei festeggiamenti c'è un ragazzo in tuta azzurra che a prima vista non ha un nome. Solo dopo si saprà che era un ragazzo arrivato fin dalla Sicilia pronto a festeggiare con il Napoli, pur non avendone ovviamente alcun diritto.
E dire che, in occasione della finalissima di Champions League, si era fatto grande sfoggio del fattore sicurezza. Ed invece, a sentire Galasso, entrare allo stadio senza essere controllato e, soprattutto, salire addirittura sul palco per la premiazione, è stato facilissimo. Lo ha raccontato in una lunga intervista rilasciata a Tuttosport: "Sono arrivato a Milano al mattino di sabato vestito con un abito assai elegante e mi sono avvicinato alla zona di San Siro. Al negozio ufficiale di souvenir della Champions League ho comprato la spilla della manifestazione e un porta badge in plastica, uguale a quelli che avevo visto indossare da responsabili della sicurezza, steward e agenti che si occupavano della sicurezza di Real Madrid ed Atlético", ha aggiunto.
"Quando mancavano due ore al calcio d'inizio ho deciso di provare a entrare, senza però essere in possesso del biglietto. Ho usato l'ingresso riservato a forze di polizia e personale di servizio. A dire il vero gli steward hanno anche provato a controllarmi il biglietto, ma vuoi per il vestito elegante, vuoi per il passo e il tono deciso, me la sono cavata", ha proseguito il giovane, "e da lì ad arrivare al fianco dei giocatori madridisti al momento della premiazione il passo è stato non breve, ma brevissimo. Sono riuscito a parlare con James Rodriguez e Danilo, poi mi sono tolto la soddisfazione di scattarmi un selfie con il presidente Florentino Perez e Sergio Ramos". E fissa già il prossimo obiettivo: "Se trovassi uno sponsor mi piacerebbe tentare un altro super colpo nella finale del Mondiale per Club in Giappone. Magari il Real mi adottasse come mascotte".