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Champions, per Simeone è un derby: “Rispetto la Roma, ma voglio batterla”

In occasione della sfida europea con la Roma, il tecnico dei “Colchoneros” torna in quello che è stato il suo stadio per anni: “Orgoglioso di quanto ho dato alla Lazio, sono stati anni straordinari. Ora però penso solo ai giallorossi”.
A cura di Alberto Pucci
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Reduce da due pareggi e una vittoria nella Liga, l'Atletico Madrid vuol conquistare i suoi primi punti europei. Per farlo dovrà cercare di battere la Roma di Eusebio Di Francesco, nella prima gara del girone di Champions League. A parlare della sfida dell'Olimpico, nella consueta conferenza stampa della vigilia, è arrivato anche il "Cholo" Simeone: uno che questo stadio lo conosce molto bene. Per l'allenatore argentino, che a Roma ha vinto uno scudetto e diverse coppe con la Lazio di Sven-Göran Eriksson, il ritorno nella Capitale non sarà un problema: "Sono orgoglioso di quanto fatto in maglia biancoceleste, sono stati anni straordinari ma non dobbiamo mischiare le emozioni – ha spiegato Simeone – Ora sono sulla panchina dell'Atletico e penso solo alla Roma. Ho rispetto della squadra di Di Francesco. Hanno un ottimo gioco, giocatori veloci e un centrocampo tecnico e forte".

Prima Simone, poi Conte

Il suo sbarco nella Capitale, precede quello di un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano: Antonio Conte. Il Chelsea sarà infatti di scena all'Olimpico il prossimo 18 ottobre, per una sfida che dirà molto sulle sorti del gruppo romanista: "E' un girone molto complesso – ha continuato Simeone – Atletico Roma e Chelsea hanno tutte le stesse possibilità di passare il turno e andare agli ottavi. Vincere la prima partita è ovviamente importante, ma ci è già capitato di perdere la prima e vincere le altre. Dovremo fare attenzione perché la Roma è una grande squadra, gioca bene e può fare molto bene in questa competizione". Dopo aver confermato che il suo futuro è ancora a Madrid, il tecnico argentino ha chiuso parlando delle due finali perse: "Arrivare fino in fondo è sempre un motivo di orgoglio. Ovviamente c'è ancora amarezza per aver perso una volta a due minuti dalla fine e un'altra ai rigori".

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