Champions, Mourinho: sanzioni esemplari contro i simulatori. Come Neymar e Balotelli

Il rotondo successo in Champions League a Bucarest per 4-0 ha fatto tornare il sorriso a Josè Mourinho, lo Special One che a Londra – sponda Chelsea – non sta vivendo un buon momento di stagione. in ritardo in Premier League, era anche scivolato al debutto europeo aprendo il fianco ad aspre e pungenti critiche da parte della stampa che mai ama personaggi ingombrandi e scomodi come il portoghese spesso si dimostra di essere. Ma al di là della vittoria scaccia-fantasmi Mourinho è tornato alla carica con nuove dichiarazioni pesanti nei confronti dei "simulatori" in campo, quei giocatori che fanno di tutto e di più per ingannare l'arbitro e istigare all'espulsione di un avversario. Una lamentela corretta e saggia di chi vuole preservare prima di tutto e malgrado tutti il bel gioco, lo spettacolo e il fair play. Tanto da chiedere all'Uefa ufficialmente delle pene esemplari anche per i giocatori dopo aver visto la squalifica del collega tedesco Jurgen Klopp raddoppiata per "aver semplicemente discusso con l'arbitro e il quarto uomo".
Il rumore dei nuovi nemici – Se si scava un po' più a fondo, però, qualcosa da sotto il tappeto fuoriesce. Vero, Mourinho ha sempre combattuto contro chi non dimostra comportamenti professionali e sportivi in campo soprattutto con i giocatori che simulano e cercano d'ingannare l'arbitro. Chiedere a Drogba o a Robben, redarguiti pesantemente dal tecnico ai tempi del primo Chelsea. Anche se le sue squadre sono state spesso penalizzate dagli arbitri con cui ha un conto apertissimo in campo europeo, il tecnico dei Blues prova a spezzare una lancia a loro favore: "Io non sono nessuno, do solo la mia piccola opinione. Ma se non si interviene, la prossima settimana lo faranno di nuovo. Queste azioni mi intristiscono e mi preoccupano perchè anche io competo in Champions League. I miei giocatori sanno per certo che avranno un problema con me se simulano. Ho detto molte volte che è una cosa che odio e che è una cosa sbagliata. Cercare di far espellere un giocatore è una vergogna. Se dovessi vincere una partita grazie a un comportamento scorretto dei miei giocatori, li criticherei aspramente"
Dito puntato su Neymar e Balotelli – Ma quali sono queste azioni che tanto hanno fatto "preoccupare" Mourinho da scatenare il suo amore incondizionato per oil fair-play? Basta guardare altrove – come spesso il portoghese fa, anticipando i tempi – a Glasgow e ad Amsterdam. I riferimenti chiari, infatti, sono rivolti a Neymar il gioiellino del Barcellona che per un presunto fallo su di lui ha permesso ai blaugrana di giocare 10 contro 11 (espulsione di Scott Brown sullo 0-0) e di vincere il match. E poi in Olanda, Mario Balotelli e i suoi ‘tuffi' durante l'incontro che hanno condizionato l'arbitro Eriksson tanto da fischiare al 90′ un rigore generosissimo che ha salvato il Milan. "Si è visto chiaramente in Champions che esiste la cultura del tuffo. Si è visto con gli episodi di Neymar a Glasgow e di Balotelli ad Amsterdam. Una squadra è rimasta in dieci e l'altra è stata penalizzata da un rigore negli ultimi minuti.
A difesa di Klopp – Metri diversi per comportamenti gravi. Più di un semplice diverbio a bordo campo tra un tecnico e i direttori di gara. Com'è accaduto al San Paolo dove Jurgen Klopp è stato allontanato per proteste accese nei confronti del quarto uomo durante il match con il Napoli. Per l'allenatore del Borussia la squalifica è stata portata a 2 giornate. Una sanzione pesante che per Mourinho è eccessiva: " Klopp è stato squalificato due partite per aver parlato con l'arbitro o il quarto uomo. Lui non ha potuto entrare nello spogliatoio per dare indicazioni ai suoi giocatori. E invece che si fa con Neymar e Balotelli?"
Domanda lecita, all'Uefa l'ardua sentenza.