Champions League, si comincia: Juve, insidia Lione; Napoli, ‘mamma li turchi’
La Champions League che parte martedì è senza ombra di dubbio il banco di prova vero e probante per Juventus e Napoli. In serie A ormai i valori si sono assestati: Juventus di livello superiore per capacità di spesa, investimenti e intelaiatura ormai storica della squadra; Napoli che segue con il bel gioco di Sarri e i nuovi prospetti pronti poi a spiccare il volo per i grandi club internazionali dopo qualche anno di buone prove al San Paolo. La serie A difficilmente uscirà da questo duopolio ben definito, con la Roma che gioca da terzo incomodo.
La Champions League invece è la grande sfida per entrambe le squadre, con obiettivi chiaramente diversi. Dopo aver speso 90 milioni di euro per Gonzalo Higuain e aver preso fra gli altri Pjanic, Dani Alves e Benatia, la Juventus non può più nascondersi e punta senza remore alla vittoria della più importante competizione europea. Prima che Buffon e Barzagli, due pilastri imprescindibili e difficilmente sostituibili della squadra campione d’Italia per cinque volte di fila, lascino il calcio, la Juventus ha due anni in cui dare tutto specialmente in Europa per far fruttare il grande investimento economico fatto soprattutto sul Pipita (anche lui con pochi anni ancora di carriera ad alto livello davanti).
Lione unica insidia per la Juventus di Allegri
Il girone dei bianconeri non pone molti ostacoli con due squadre su tre in totale ricostruzione. Il Siviglia ha lasciato andare tutta la sua colonna centrale, Krychowiak al PSG, Coke allo Schalke 04, Banega all’Inter e Gameiro all’Atletico Madrid, perdendo anche Llorente e Konoplyanka, ripartendo da giovani di prospettiva come Kranevitter dall’Atletico Madrid e Vazquez dal Palermo, sperando in un grande anno dei vari Sirigu, Nasri e Ganso. Molto simile è stato il mercato della Dinamo Zagabria, che ha venduto i giocatori migliori, Rog al Napoli e Pjaca proprio alla Juve, rimpolpando la rosa di ragazzi delle giovanili come è ormai d’uso per la squadra campione di Croazia. Più insidioso (importante il primo posto, come visto lo scorso anno, per un ottavo più facile) è il Lione, con un Lacazette voglioso di mostrare tutto il suo potenziale nella competizione più importante e almeno due centrocampisti da tenere d’occhio: Gonalons, per tanto tempo obiettivo mai raggiunto dal Napoli e Tolisso, giocatore giovane e dalle grandi prospettive.
‘Mamma li turchi' nel girone del Napoli
Altro obiettivo per il Napoli, il quale vuole superare il primo girone e poi giocarsela per arrivare il più lontano possibile, nella speranza di sorteggi benevoli agli ottavi e ai quarti di finale. Il girone del Napoli è “geograficamente” insidioso per le sue trasferte a lungo chilometraggio e anche da un punto di vista calcistico è da prendere con le molle. Il primo avversario, la Dinamo Kiev, ha un giocatore che in stato di grazia è immarcabile, Andriy Yarmolenko, mattatore anche con la nazionale allenata ora da Andriy Shevchenko, e un difensore messosi in luce negli ultimi Europei, il croato Domagoj Vida. Difficile da affrontare soprattutto in casa è anche il Besiktas di Senol Günes. Un attacco con il Quaresma degli Europei e il camerunense Vincent Aboubakar è di tutto rispetto, così come il resto della squadra che ha un forte e compatto gruppo di giocatori turchi sempre titolari e i nuovi Inler, ex degli azzurri, ed Erkin, ex Inter, tornato in Turchia dopo poche settimane di ritiro. Il terzo avversario è il Benfica, campione di Portogallo, che ha venduto i suoi due campioni, Renato Sanches al Bayern Monaco e Nico Gaitán all’Atletico Madrid, comprando molto poco e puntando sui grandi vecchi: Luisao in difesa, Pizzi a centrocampo e Jonas, con Mitroglu in attacco. Rispetto agli scorsi anni è di sicuro una squadra indebolita.
Le grandi favorite dal Barça al Bayern Monaco
Le grandi favorite del torneo sono sempre le stesse (come si evince dall'infografica in calce al pezzo, fonte www.stampaprint.net/it/): il Barcellona della ‘MSN', che ha comprato poco ma molto oculatamente in difesa (Umtiti) e a centrocampo (Denis Suárez e André Gomes); il Real Madrid campione in carica che è la stessa squadra dello scorso anno con un Morata in più e un Jesè in meno; il Paris Saint Germain che ha puntato tutto su Cavani in attacco, rinforzando con Grzegorz Krychowiak un centrocampo potenzialmente fortissimo potendo già contare su Verratti e Matuidi; il Bayern Monaco di Ancelotti, che sa acquistare sempre prima e meglio (quest’anno lo ha fatto con la stellina Renato Sanches comprato prima del suo grande Europeo).
Il nuovo City, laboratorio di Pep Guardiola
Un gradino sotto ci sono il Manchester City di Guardiola, nuovo laboratorio sempre aperto del tecnico spagnolo, che intriga soprattutto per gli acquisti in attacco: tutti vogliono vedere come farà giocare le potenziali stelle Leroy Sané, Oleksandr Zinchenko e da gennaio Gabriel Jesus. Se questi tre si integreranno bene saranno il nuovo terribile tridente del calcio mondiale.
I quattro moschettieri del Borussia Dortmund
Altra squadra da anni ‘misteriosa' è l’Arsenal di Wenger, intrigante un po’ come il Borussia Dortmund che schiera quattro vecchi amici in attacco: Marco Reus, Mario Goetze, André Schürrle e Pierre-Emerick Aubameyang. Quattro che vogliono essere liberi di inventare e di far paura agli avversari. Un passo indietro rispetto allo scorso anno sembra aver fatto l’Atletico Madrid, con un Simeone che ha pubblicamente espresso il suo mal di pancia per la campagna acquisti estiva.
Tottenham e Leicester le mine vaganti
Due incognite sul cammino di tutte le contendenti alla vittoria finale sono le due inglesi, Tottenham e Leicester. I bianchi di Londra hanno il meglio della gioventù inglese, Danny Rose, Kyle Walker, Eric Dier, Dele Alli e Harry Kane, un paio di giocatori incandescenti quando in giornata come Eriksen e Lamela e un tecnico, Pochettino, che sa come cambiare pelle di fronte ad ogni avversario. Il Leicester è poi una storia a sé. Ranieri ha compiuto un miracolo lo scorso anno, vincendo la Premier League e non gli si può chiedere di raddoppiare con una Champions League difficilissima da affrontare. Ma come ci ha insegnato proprio il Leicester, serve a nulla darsi per sconfitti in partenza, vale sempre la pena crederci fino in fondo.