Champions League, Real Madrid ricorda la Nona e pensa alla “Decima”
Sono passati dodici anni dalla "Nona". Dodici anni da quando il Real Madrid ha vinto la sua ultima Champions League contro il Bayer Leverkusen. Gli unici reduci di quella rosa sono Iker Casillas, che il 24 maggio a Lisbona giocherà la sua terza finale, e Zinedine Zidane, che ora è assistente di Ancelotti. I due furono i principali protagonisti della notte magica del Real Madrid. Di quei 18 giocatori, tutti hanno appeso le scarpe al chiodo, tranne il portiere spagnolo e Raúl. Quella notte a Glasgow lo stadio era tutto colorato di bianco e la storia ha fatto il resto. Raul ha segnò dopo nove minuti, ma il brasiliano Lucio acchiuffò il pari dopo pochi minuti. A pochi minuti dal riposo Zidane realizza uno dei goal più belli della storia del calcio e riporta le merengues avanti. L'altro reduce non era in campo. Casillas, durante quella primavera, stava attraversando un periodo difficile e data la sua giovane età, avrebbe compiuto 21 anni il 20 maggio 2002, era stato spedito in panchina da Del Bosque. Al 68′ il suo destino sarebbe cambiato per sempre perchè Lucio pestò il piede di Cesar e il portiere di Caceres alzò bandiera bianca. Iker si precipitò fuori dalla panchina ed entrò in campo. Il Bayer non ci stava a fare la comparsa e presso il Real nella sua metà campo ma ho trovato un muro di nome Casillas: tre parate straordinarie in 55" riuscirono a placare l'arrembaggio dei tedeschi guidati da Berbatov e Bastürk. Al fischio finale il giovane Iker scaricò la tensione di tre mesi fa, delle notti insonni e dei pensieri per un futuro che vedeva lontano dal Bernabeu.
Da quel momento il portiere spagnolo ha vinto quattro scudetti, due Copa del Rey, una Intercontinentale, due Europei e una Coppa del Mondo. È stato nominato il miglior portiere del mondo per cinque anni consecutivi e "Guanto d'Oro" nella Coppa del Mondo in Sud Africa. Ha fatto parte di squadre memorabili: dai "Galacticos" della prima era Perez agli "Invincibili" di Aragones e Del Bosque. Il capitano della Spagna e del Real Madrid è un'icona del calcio moderno e se la vittoria della "nona" grazie a quei 55 secondi cambiò la sua vita, la finale del 24 maggio a Lisbona potrebbe cambiare il suo destino.