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Champions da sogno, 5 protagonisti della due giorni di Coppa

Dal personale riscatto del tecnico spagnolo Emery alla sontuosa prestazione di Casemiro fino alla performance da saracinesca di Eduardo, ecco alcuni degli ‘eroi’ della due giorni degli Ottavi di finale di Coppa.
A cura di Salvatore Parente
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La prima due giorni degli ottavi di finale di Champions League appena conclusa ha lasciato in eredità tanti spunti a tifosi e addetti ai lavori con impietose bocciature, trionfi inaspettati, prestazioni sontuose e qualificazioni ancora appese ad un filo. I risultati conseguiti, fra l’altro con alcune sorprese (vedi il perentorio 4-0 del Paris Saint Germain contro il Barcellona o l’1-0 casalingo del Benfica col Borussia Dortmund) però, pur essendo il frutto di uno sforzo collettivo importante, ha visto emergere alcune figure che rendendosi protagoniste assolute in campo ed in panchina, hanno determinato e inciso sulle sfide di andata del primo turno a eliminazione diretta della “coppa dalle grandi orecchie”. In questo contesto, per sottolineare le prestazioni di questi personaggi, vediamo i 5 “eroi” delle recenti notti europee.

Di Maria

Un compleanno da favola: la doppietta di Angel Di Maria

Uno dei protagonisti assoluti di una delle scoppole più brucianti della storia del Barcellona (ultima volta che il Barça aveva perso con 4 reti di scarto risale alla semifinale di andata dell’edizione 2012/13 contro il Bayern) è stato senza dubbio Angel Di Maria. L’ex Madrid, infatti, memore anche dei combattuti “Clasicos” contro i rivali blaugrana ha sfoderato, nel giorno del suo 29esimo compleanno, una sontuosa prestazione con due reti da antologia che hanno prima indirizzato e poi chiuso idealmente il match con i gol dell’1-0 e del momentaneo 3-0. Una performance dominante che gli ha permesso di vincere la palma di migliore in campo, siglare le marcature 20 e 21 in Champions e, allo stesso tempo, tramortire la pur irriconoscibile compagine catalana.

Eduardo

Il felino Ederson sbarra il passo al Dortmund

Se il Benfica è riuscito a battere il Borussia Dortmund in casa martedì sera con la speranza, sul difficile terreno di gioco del Signal Iduna Park, di raggiungere i Quarti di finale della Champions League, buona parte di merito va attribuita più che al bomber Mitroglu, al portiere Ederson. Il felino carioca dei Dragoes, infatti, al Da Luz ha sfoderato una partita da ricordare bloccando, chiudendo e frustrando ogni singolo tentativo da parte del club di Tuchel di mettere a segno un importantissimo e, magari, esiziale gol in trasferta. Un rendimento straordinario (migliore in campo con un rating da 9) che ha avuto la sua massima espressione sui 3 salvataggi e le 5 parate messe a referto, nel rigore del possibile 1-1 respinto al gabonese Aubameyang, uno dei cannonieri più prolifici dell’anno (21 reti in 27 partite). Ederson, saracinesca.

Caemiro

Casemiro, quantità, contrasti ed eurogol

Non sarà regale, elegante o appariscente, specie in una linea mediana come quella madrilena con a disposizione tanti piedi fatati, ma Casemiro, nell’economia complessiva di gioco, è un elemento determinante per il Real. Determinante nei contrasti, in pressing, nei duelli aerei, negli equilibri di squadra e, mercoledì sera, anche in zona gol. Proprio così perché il brasiliano ex Porto è emerso nel fenomenale contesto complessivo della sua squadra divenendo autore dell’eurogol del 3-1 (seconda rete in Champions in 30 partite) ai danni del voglioso Napoli, quando, con un tiro di prima intenzione di collo esterno ha scaraventato alle spalle dell’incolpevole Reina un bolide che ha chiuso definitivamente il match. Esplosivo.

Ancelotti

Ancelotti disintegra le critiche, 5-1 sull’Arsenal

A chiudere questa nostra rassegna dei migliori interpreti della prima fase degli Ottavi di finale Champions troviamo il nostro Carletto Ancelotti. Il tecnico ex Milan, infatti, ha diradato con un roboante 5-1 tutte le nubi che si erano addensate sulla sua gestione dopo un periodo nel quale la compagine bavarese, pur mantenendo il primato in Bundesliga, non aveva giocato al meglio delle sue possibilità. E invece, la legge dell’Allianz Arena (16esimo successo consecutivo fra le mura amiche per il Bayern) è stata applicata, in maniera severa, anche contro l’Arsenal di Wenger sommerso dalla furia tedesca (con uguale punteggio del novembre del 2015) e da una compagine che, dopo aver udito la musichetta Champions, ha tirato fuori il meglio con 5 reti straordinarie ed un Robben d’annata.

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Il riscatto di Unai Emery

In prima battuta diamo spazio ad un allenatore, lo spagnolo Unai Emery, che non ha vissuto di certo un anno semplice in quel di Parigi. E sì perché l’eredità lasciata in dote da Laurent Blanc (3 scudetti consecutivi col 72,8% di gare vinte) non è stata facile da raccogliere specie dopo l’addio di Ibrahimovic e la falsa partenza di inizio campionato. Così, l’ex Siviglia con grande convinzione nel proprio credo tattico ha proseguito sulla sua strada imponendo un ritmo ai suoi che ha permesso al PSG di inanellare, prima del trionfo contro i blaugrana, 6 vittorie ed 1 solo pari nelle ultime 7 con 17 gol fatti e 3 subiti. Un rendimento importante che, con la sua lunga scia, ha portato i transalpini ad asfaltare la compagine di Luis Enrique con un perentorio 4-0 fatto di pressing asfissiante, concentrazione, applicazione tattica, baricentro alto e tanta, tantissima energia. Un successo stupendo che assume per il tecnico di Hondarribia il sapore del riscatto, della liberazione perché, proprio contro Messi & co., Emery ne aveva vinta una sola su 23 partite.

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