Champions: a Messi non serve correre per essere decisivo
Meglio la qualità o la quantità? Questo è uno dei grandi dilemmi della vita. Nel caso di Leo Messi in genere si abbinano quantità e qualità, basti pensare al numero infinito di gol segnati e all’incredibile numero di trofei vinti con il Barcellona. Ma guardando quanto corre l’argentino in Champions League si nota come in questo caso prevalga la qualità sulla quantità. Perché Leo Messi è il calciatore che in media ha corso meno di tutti, a eccezione di Naldo centrale difensivo del Wolfsburg, nelle ultime tre edizioni della Champions League. Il ventottenne numero 10 del Barcellona nella stagione 2013/2014 ha percorso in media 8414 chilometri, nella Champions 2014/2015 ne ha percorsi 8403 (corsi meravigliosamente visto che poi il trofeo lo ha alzato a Berlino) e quest’anno fin qui ha una media di 7906 chilometri.
Leggendo con attenzione le statistiche della FIFA, tra tutti i calciatori che hanno disputato almeno 180 minuti in questa edizione di Champions League, Messi dunque è penultimo nella classifica dei chilometri percorsi. I maratoneti della manifestazione continentale per club più importanti sono due centrocampisti: il francese dell’Arsenal Mathieu Flamini (12,388) e il ‘Principe ereditario’ Koke dell’Atletico Madrid (12,176). Ronaldo e Diego Costa invece superano in media i 9 chilometri.
Tenendo l’andatura giusta in queste ultime tre edizioni Messi in Champions ha realizzato 23 gol in 24 partite, e ha regalato pure 9 assist ai propri compagni di squadra. Contro l’Arsenal, nella gara d’andata degli ottavi, ha realizzato una doppietta, ha blindato la qualificazione e ha pure realizzato il gol numero 10.000 della storia del club catalano. E naturalmente per questo è il più decisivo di tutti. Luis Enrique, che già ai tempi della Roma era un tecnico assai tecnologico, di sicuro conosce bene i numeri del suo miglior giocatore e spera che continuando a correre ‘poco’ Leo continui a fare gol e continui a regalare trofei al Barcellona.