Cessione Milan, spunta Jorge Mendes e una nuova cordata cinese
Per il passaggio di proprietà del Milan da Berlusconi alla cordata cinese si rischia di assistere all'ennesimo slittamento. Che siano le solite speculazioni o che vi sia l'intento di mettere fretta alla cordata rappresentata da Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, che da troppo tempo tentenna sulla conclusione di un affare che è in ballo da prima dell'estate, lo dirà il tempo. Fatto sta che proprio quando si era annunciato, ufficiosamente, che il closing era stato fissato per fine luglio e poi per fine agosto, adesso affiora una nuova trattativa per il club rossonero, sempre con un gruppo imprenditoriale della Cina. Si tratta del gruppo Fosun, con sede a Shanghai il cui intermediario per l'Europa è Jorge Mendes, il potentissimo agente di calcio (in scuderia ha come fiore all'occhiello José Mourinho e Cr7) che proprio per il magnate cinese Guo Guangchangha concluso l'acquisizione del Wolverhampton.
Di sicuro c'è confusione in Casa Milan. Entro luglio si doveva concludere con il fondo GSR di Sonny Wu, visto che c'era staa una prima scadenza lo scorso 15 luglio, data in cui se una delle due parti non avesse ottemperato alle promesse prese avrebbe dovuto pagare penali fino a 100 milioni. Poi, la stretta di mano e l'accordo bonario di proseguire senza multe, fino agli ultimi giorni: conclusosi anche luglio con un nulla di fatto. Tanto che sembra evidente che sia il Milan che la cordata cinese abbiano pattutito che, davanti ad evidenti problemi nello stilare un pre contratto che vada bene a tutti, possano aprire nuove trattative.
Ma quella che conduce a Jorge Mendes in realtà è un ritorno di fiamma. Proprio il procuratore portoghese insieme e per conto del magnate cinese Guo Guangchangha, la scorsa primavera aveva già bussato alle porte del Milan: proposta da 550 milioni di euro, respinta al mittente dalla società rossonera che in quel tempo era strettamente impegnata con la cordata di Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff. Lo stesso Mendes, si è scoperto ultimamente, non aveva neppure insistito davanti alle garanzie che il gruppo cinese aveva portato alla famiglia Berlusconi preferendo non inserirsi nella trattativa e mantenere i buoni rapporti con il mondo rossonero. Che adesso ha ricontattato pù convinto di prima per poterlo acquistare.