Cesare Prandelli: “Balotelli ascolti Mancini. El Shaarawy giovane ma responsabile”

Chissà, forse questa volta capirà che "mettere la testa a posto" non è la solita raccomandazione paterna. Le parole di Cesare Prandelli sono un ammonimento, non un consiglio, a Mario Balotelli che al City è arrivato al punto più basso della sua carriera con l'esclusione dall'ultima gara di campionato. "Roberto ha pienamente ragione quando dice che rischia di bruciarsi – ha spiegato il ct nella conferenza stampa di fine anno in Federcalcio -. Lui è un allenatore vincente e lo vede tutti i giorni. Stiamo seguendo la vicenda e quello che dice Mancini per noi è Vangelo. Chi meglio di lui può aiutarlo e motivarlo? Lo allena da sempre, ma dipende molto da Mario come fare ad uscire da questa situazione un po' particolare. Con noi si è sempre comportato e allenato bene".
Talento sprecato quello dell'attaccante dei Citizens.
Dispiace perché Mario è un talento, ha un potenziale straordinario e sarebbe un peccato sprecarlo. C'è la paura che si possa perdere, per questo mandiamo questi messaggi: ha 22 anni con prospettive di carriera illimitate, ma ormai dipende solo da lui.
Stesso discorso per De Rossi che, a causa del rapporto controverso con Zeman, alla Roma ha perso il posto da titolare e rischia in prospettiva anche la maglia azzurra.
Daniele non è sereno, non è contento della situazione. Ma deve capire cosa chiede Zeman a un giocatore come lui e farlo, non ci sono margini. Sarà lui a dover dimostrare il proprio valore con carattere, determinazione e continuità. Poi comunque è capitato anche di chiamare giocatori non titolari nella nostra gestione. Ovviamente la prossima convocazione (amichevole con l'Olanda a febbraio) sarà figlia delle gare precedenti perché avremo poco tempo per prepararla. Questo vale per tutti: per noi chi ha continuità e condizione fisica viene prima.
El Shaarawy, un giovane con la testa da "vecchio".
La cosa che ha sorpreso di lui è la responsabilità forte che si è assunto a soli 20 anni in un momento difficile come quello del Milan. Farlo in uno stadio impegnativo come San Siro e in una squadra vincente e blasonata come quella rossonera dimostra che ha spessore tecnico e morale, ha qualità importanti.
Nel futuro dell'Italia e di Prandelli, adesso, c'è la strada che porta in Brasile.
Dobbiamo centrare la qualificazione, è il sogno di tutti disputare un mondiale in Brasile. Certo, mi manca il lavoro quotidiano, la crescita con la squadra. Tornare ad allenare in un club? E' ipotizzabile che dopo il Mondiale possa cambiare stile di vita".