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Cerci: “Sì, tornerei alla Fiorentina”

Il calciatore del Torino, di proprietà viola, tra presente e futuro.
A cura di Maurizio De Santis
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cerci del torino

Il derby, la salvezza con il Torino e poi Firenze e la maglia azzurra (quella della Nazionale). Alessio Cerci non è più l'enfant prodige un po' scavezzacollo, croce e delizia degli allenatori. Coi granata è cresciuto e adesso può anche permettersi di guardare il futuro fisso negli occhi e sorridergli di rimando. Non per farsi beffe della sorte, semmai per farsela amica: perché ha imparato che gli ostacoli si possono abbattere, ma anche superare senza colpi di testa… C'è la Juve: rivalità cittadina a parte, è l'ennesima occasione per confermare il processo di maturazione avvenuto in questa stagione.

Stracittadina. "Il derby è una partita a parte, la stiamo preparando benissimo tatticamente, ma in queste gare conta la voglia di arrivare primi sul pallone anche perché a livello di qualità la Juve resta la Juve, dobbiamo essere superiori dal punto di vista dell'aggressività, dobbiamo dare il mille per mille per vincere".

Elogio di Conte. "Lo stimo molto perché dà l'impressione di ottenere il meglio da ogni suo giocatore, la squadra è forte ma la mentalità vincente di Conte è il segreto. In Nazionale mi sono allenato con Pirlo, Buffon, Marchisio e gli altri, tutti grandissimi giocatori, è inutile indicarne uno anche se a me piace molto Vidal".

Ventura decisivo. "E' il tecnico che meglio di ogni altro sa prendermi sotto l'aspetto caratteriale, anche se alla fine sono un ragazzo semplice che non ha mai avuto problemi con i tecnici. Qui a Torino ho sentito subito tantissimo calore da parte dei tifosi e dell'ambiente. Per me è fondamentale sentirmi un giocatore importante, la fiducia fa tanto. A inizio stagione, poi, mi sono fatto un esame di coscienza e mi sono detto che questa era l'anno giusto per fare vedere le mie qualità che già tutti conoscevano, ma non con questa continuità. Giocando sempre, qui ho ritrovato me stesso".

Tra Torino e Fiorentina. "Ho letto che l’esultanza a Firenze era rabbiosa. Mah, era solo per il Torino, ho esultato per noi stessi che dobbiamo salvarci. Tornare a Firenze? Sì, tornerei alla Fiorentina. Nel calcio non si può dire mai nulla. Tutto può essere. Però io sto bene a Torino e magari ci rimarrò per tanto tempo".

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