Cerchi Raiola su Google e trovi Ciccione associato alla sua foto

Colpa degli hacker e della Rete disseminata di trappole. Vi è finito Donnarumma, che nel bailamme di tweet è stato costretto a chiudere i propri account perché presi di mira – dice il portiere – dai pirati del Web. Ci è cascato, suo malgrado, anche il procuratore, Mino Raiola, che dai tifosi del Milan è considerato una sorta di demonio tentatore responsabile della reticenza di ‘Gigio' a mettere nero su bianco in calce al rinnovo del contratto. Folklore, al quale s'aggiunge anche la sortita di qualche abile buontempone che – dopo essersi introdotto nel profilo dell'estremo difensore – sembra aver tirato un brutto scherzo anche al potente agente di mercato.
L'uomo che nel proprio portafoglio di assistiti vanta campioni del calibro di Paul Pogba e Zlatan Ibrahimovic oppure di altri giovani di talento esplosi (Lukaku) oppure ancora in attesa di consacrazione (Keane, lo juventino che i bianconeri rischiano di perdere per un pasticciaccio di promesse mancate e trattori – sì, macchine agricole – non consegnati al padre del ragazzo).

Cosa è successo? Provate a digitare nella stringa delle ricerche di Google il cognome Raiola. Il motore di ricerca vi rimanderà a una pagina in cui, oltre alla sezione delle notizie più in evidenza e correlate (nella parte sinistra), c'è anche il box di alcune immagini che fanno direttamente riferimento al procuratore. C'è un particolare, però: al posto del suo nome di battesimo c'è scritto ‘Ciccione', epiteto offensivo e adottato da qualche hacker a cui l'agente è antipatico per canzonarlo.
Anche questo episodio biasimevole fa parte del polverone mediatico scatenatosi intorno alla figura del calciatore, alle prese con la prima e vera scelta importante della propria carriera, e del procuratore che da far bene il suo mestiere: ovvero, tutelare gli interessi dei propri clienti e far sì che abbiamo la migliore soddisfazione possibile dall'opera di mediazione di cui è chiamato a occuparsi in prima persona. La domanda sorge spontanea: tutto questo sarebbe accaduto con la ‘vecchia' dirigenza milanista?