Centrocampo e attacco le armi del Portogallo U21 in cerca della sua “prima” in Europa
Per comprendere la portata, la forza e la qualità media dell’Europeo Under 21 in Polonia che avremo la fortuna di assistere fra pochi giorni (rassegna dal 16 al 30 giugno), possiamo affermare, senza tema di smentita, di avere ai nastri di partenza almeno 6 squadre, su 12, che possono ambire al successo finale.
Dalla Polonia padrona di casa alla maestosa Spagna di Celades, dalla talentuosa Italia di Di Biagio alla granitica Germania di Kuntz fino all’Inghilterra di Bothroyd ed al Portogallo di Rui Jorge, infatti, in questa manifestazione allargata edizione 2017 regnano grande equilibrio ed incertezza. In questo calderone di giovani talenti, di calciatori di belle speranze, allenatori promettenti e selezioni U21 che diventano poi risorse essenziali per le nazionali maggiori, andiamo ad analizzare i vice-campioni in carica del Portogallo che, al netto di alcune pesanti assenze (André Silva, Bernardo Silva, Gelson Martins), sono comunque un collettivo da tenere presente per l’appuntamento finale di Cracovia il prossimo 30 giugno.
Il Portogallo di Rui Jorge
Due secondi posti e una medaglia di bronzo
Dall’anno dell’istituzione della categoria Under 21 avvenuta nel 1976 e dalla conseguente nascita dell’europeo con le diverse formule che si sono avvicendate negli anni, il Portogallo non aveva mai avuto una chance di portare a casa l’ambito trofeo non trovando la qualificazione addirittura fino al 1994. Una crisi profonda del calcio giovanile lusitano che si è interrotta però proprio quell’anno, quando i vari Abel Xavier, Figo, Costinha, Rui Costa e Sa Pinto dovettero inchinarsi in finale all’Italia del Ct Maldini, di Cannavaro, Vieri, Toldo e Inzaghi grazie al golden gol di Orlandini.
Da lì, nelle successive 10 edizioni, il Portogallo non ha ottenuto risultati rilevanti ad eccezione del terzo posto finale in Germania nel 2004 (sconfitta sempre dall’Italia in semifinale per 3-1) e dell’ennesima delusione in finale, stavolta ai calci di rigore contro la Svezia, nell’ultima edizione, quella del 2015 in Repubblica Ceca. Uno score generale, riepilogando, che ha visto il Portogallo partecipare ad 8 dei 20 tornei continentali organizzati con un terzo posto nel 2004 e due medaglie d’argento nel 1994 e nel 2015. Un palmares non eccezionale ma che, allo stesso tempo, mostra l’inversione di tendenza del football lusitano capace, dagli anni ’90 in poi, di mettere al centro del proprio progetto nazionale i giovani, i vivai e la loro continua evoluzione.
Dal 4-4-2 a rombo al 4-3-3, le armi dei lusitani
Dopo la delusione della sconfitta ai rigori contro la Svezia, il Portogallo si è messo subito in moto per cercare di dimenticare la notte di Praga. Impresa riuscita al 100% con, torneo olimpico a parte dove i ragazzi di Rui Jorge hanno perso ai quarti di finale per 4-0 con la Germania, l’Under 21 che ha macinato successi su successi, 8 vittorie e solo 2 pareggi nel Gruppo 4 di qualificazione all’Europeo polacco contro Israele, Albania, Grecia, Ungheria e Liechtenstein. Una serie di vittorie davvero importanti tutte con un marchio, un sistema di gioco, un modello, anzi due, ben precisi: il 4-4-2 a rombo o il 4-3-3 con gli esterni offensivi larghissimi.
Disegnato ad hoc sulle caratteristiche dei propri talenti in rosa questo duplice meccanismo tattico ha consentito al Portogallo di esprimere tutto il suo enorme potenziale offensivo con ben 34 gol fatti nel gruppo di riferimento.
In più, questa duplice veste, peraltro bene interpretata dall’intera rosa, (in 1 anno e mezzo, utilizzato sei volte il 4-3-3 e tre il 4-4-2), in un Girone B con Spagna, Serbia e Macedonia permetterà alla squadra del Ct Rui Jorge di scegliere indifferentemente il modulo più adatto da adottare contro ogni singola squadra.
Valori di mercato, Portogallo quarto in questo Europeo
Il Portogallo, inoltre, non poggia le sue ambizioni di vittoria solo sul recente secondo posto europeo, la propria organizzazione di gioco o il gran girone fatto per giungere in Polonia ma anche sulla forza, la qualità media e la classe dei suoi 23 convocati. Calcolando il singolo valore di mercato di ogni calciatore a disposizione di Rui Jorge, infatti, la compagine lusitana si segnala come la quarta più ricca del torneo con una valutazione complessiva stimata intorno ai 131 milioni di euro con Renato Sanches e Joao Cancelo, rispettivamente del Bayern Monaco e del Valencia, a fare la parte dei leoni con 30 e 20 milioni di euro per i loro cartellini. Un valore molto buono ma che sarebbe cresciuto ancora di più se il Ct del Portogallo Fernando Santos non avesse deciso di cooptare André Silva, fresco acquisto del Milan, Bernardo Silva e Gelson Martins. Uomini che avrebbero garantito altri 71 milioni portando a quota 202 il sodalizio portoghese.
Gli uomini migliori
Per la porta è ballottaggio fra Varela e Pereira
Al netto delle assenza già citate il Portogallo è una delle squadre più forti delle “magnifiche 12” con diversi talenti da poter esibire con fierezza ed orgoglio come fiore all’occhiello di un movimento in piena salute. Talenti in ogni singolo reparto con, in porta, due estremi difensori su tre come Bruno Varela (2 milioni di euro) del Vitoria Setubal e Joel Pereira (300mila euro) del Manchester United davvero forti.
Due numeri 1 che, fino al giorno prima dell’esordio contro la Serbia, si contenderanno la titolarità fra i pali con il primo leggermente più avanti nelle gerarchie rispetto al secondo. In ogni caso però, Rui Jorge ed i tifosi della Selecao possono stare tranquilli.
Cancelo, il pendolino del Portogallo
In una buona retroguardia capace di subire solo 5 reti nella fase di qualificazione al torneo continentale Under 21, a spiccare su tutti per esperienza, classe, qualità e personalità troviamo la parte destra del reparto con Semedo (7 milioni) e Cancelo (20 milioni) su tutti. I due difensori, infatti, con Sporting Lisbona e Valencia hanno già guadagnato nella loro breve carriera un buon chilometraggio con addirittura 69 gare e 5.415’ minuti giocati complessivamente in questa stagione 2016/17. Numeri che, al netto delle discrete individualità dei vari Edgar Ié (350mila euro), Figueiredo (1.5 milioni) e Fernando (75mila euro), marcano una netta differenza fra Semedo, Cancelo e gli altri. Insomma, i leader della difesa sono loro.
Da Ruben Neves a Renato Sanches, centrocampo extra lusso
Sulla linea mediana del Portogallo troviamo forse gli interpreti migliori con diversi prospetti interessanti che si prenotano già per il grande salto nella selezione maggiore. Un reparto completo, abbondante, ricco in grado di gestire al meglio entrambe le fasi di gioco e mettere in pratica un calcio davvero piacevole fatto di complesse trame offensive e tanti, tantissimi passaggi. Al di là della classe di Joao Carvalho (1 milione di euro) del Vitoria Setubal, del centrale dello Sporting Geraldes (1.25 milioni di euro), di Daniel Podence (2.5 milioni) o dell’apporto del doriano Bruno Fernandes (7.5 milioni di euro) o della continuità di rendimento di Ruben Neves (10 milioni) del Porto, il faro della terra di mezzo del rettangolo verde portoghese è Renato Sanches (30 milioni). Malgrado un’annata non proprio esaltante con il Bayern Monaco (0 reti e 3 gialli in 25 gare totali), infatti, il giovane centrocampista, dopo esser stato premiato come miglior giovane del vittorioso europeo del 2016, quello, per intenderci, dei “grandi”, sembra intenzionato a riscattare gli alti e bassi bavaresi portando, al nono tentativo, il trofeo continentale di categoria in patria.
Attacco equilibrato e ricchissimo di talento
Orfano del trio offensivo Bernardo Silva, Gelson Martins e André Silva, l’attacco del Portogallo non appare in difficoltà o in macerie. Certo, l’apporto dei predetti ragazzi avrebbe giovato eccome a Rui Jorge ma il sodalizio iberico non sembra poter vivere una crisi realizzativa nel prossimo europeo. E sì perché Goncalo Paciencia (1 milione di euro), Iuri Medeiros (5 milioni), Bruma (11 milioni) ma anche Goncalo Guedes del Paris Saint Germain (17 milioni), Diogo Jota (8 milioni) e Ricardo Horta del Braga (1.75 milioni di euro) sono perfettamente in grado di sopperire alle reti garantite dal citato tridente di scena in Russia con tante soluzioni d’attacco ed un talento davvero importante. Basti pensare che il Ct può decidere di schierare indifferentemente due tridenti: uno con Paciencia–Medeiros–Jota ed un altro con Guedes–Bruma–Horta.