Ceferin, presidente della Uefa: “Il Milan? Sono preoccupato”
Negli ultimi giorni sono circolate molte voci sulla stabilità economica del Milan. La Uefa avrebbe incontrato i dirigenti del club rossonero recentemente e i primi rumors seguiti a quell’incontro non sembra siano stati per niente positivi. Perché la Uefa sembra avere molti dubbi sul ‘voluntary agreement’ richiesto dal club italiano, che secondo alcuni rischia anche di essere escluso dalle coppe europee.
A metà dicembre si conoscerà il destino del Milan
Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin, in un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’, non ha spazzato via i dubbi. Il dirigente sloveno ha detto che solo a dicembre si saprà se verrà accolto il ‘voluntary agreement’ richiesto dal Milan e non ha nemmeno escluso in modo completo delle sanzioni sportive:
La proprietà cinese del Milan? Ci stiamo lavorando non posso dire nulla. Sono preoccupato, ma vediamo cosa succede. A metà dicembre l’organismo competente si pronuncerà sul voluntary agreement richiesto dal club. Settlement agreement con sanzioni sportive? Tutto è possibile, ma è prematuro parlarne.
Il Psg e il Fair Play finanziario
In Svizzera si lavora tantissimo in questo periodo, perché oltre alla faccende del Milan c’è quella relativa a Neymar e al suo trasferimento. Il Psg rischia il blocco del mercato nella prossima stagione, ma a gennaio comunque potrà agire senza problemi:
Il caso Neymar? Non posso dire molto. C’è un’inchiesta in corso. Una decisione dovrebbe essere presa prima della prossima stagione. Sul mercato invernale il Psg potrà agire liberamente. La Uefa tratta tutti allo stesso modo, grandi e piccoli. Io non faccio il populista, devo essere giusto. Non ci saranno favoritissimi, fidatevi.
L’Italia fuori dal Mondiale
Naturalmente Ceferin ha parlato della Nazionale italiana che è stata eliminata nelle Qualificazioni di Russia 2018. Il numero uno della Uefa parla di tragedia sportiva, per un popolo così passionale e che ha il calcio nel sangue, ma sostiene che questa eliminazione adesso diventa però una grande occasione per cambiare tanto nel mondo del calcio italiano e per ripartire alla grande:
Sportivamente per un Paese tanto passionale verso il calcio è una tragedia la mancata qualificazione. Ma questa può essere un’opportunità per cambiare le cose che non vanno, tipo le infrastrutture. Tra i grandi Paesi europei l’Italia è il più indietro. Questa è una catena: senza infrastrutture non si creano giovani calciatori, senza talenti non si vince. Servono progetti chiari.
