Catania, Pulvirenti si dimette. Spunta il nome di Calaiò ma non è indagato
Passano i giorni, e le carte e le intercettazioni relative all'inchiesta sulle partite truccate del Catania, rivelano nuovi particolari inferendo colpi durissimi al calcio italiano. La posizione dei calciatori e dirigenti coinvolti, rischia di diventare sempre più grave con la macchia nera dello scandalo che continua ad allargarsi: è notizia di oggi infatti la notifica di altre 2 informazioni di garanzia ai calciatori Barberis e Moscati rispettivamente di Varese e Livorno. I due si aggiungono ad una lista composta da Terlizzi, Pagliarulo e Dai del Trapani, Bernardini ancora del Livorno, Fiamozzi del Varese e Jens Janse e Bruscagin di Ternana e Latina. Rischia di finire nel calderone anche il bomber del Catania Calaiò che, secondo indiscrezioni raccolte da La Gazzetta dello Sport, avrebbe telefonato al Ds Delli Carri per chiedere delucidazioni sulla presunta combine della sfida tra Catania e Ternana. L'arciere ex Napoli potrebbe dunque rischiare un coinvolgimento per omessa denuncia.
Nel frattempo il presidente del club etneo Pulvirenti ha deciso di rassegnare le dimissioni tramite il proprio legale, con un atto praticamente obbligato dopo gli ultimi sviluppi. Basti pensare infatti che secondo le ultime indiscrezioni, quest'ultimo avrebbe addirittura tentato dopo essersi assicurato la salvezza della squadra, di puntare anche al raggiungimento dei play-off sempre con la stessa metodologia messa a nudo dall'inchiesta "I treni del gol". Nelle ultime conversazioni telefoniche intercettate divulgate dalla polizia di Catania, l'ormai ex numero uno dei siciliani ha così commentato il licenziamento del Ds Delli Carri, con l'Ad Pablo Cosentino: "Ci poteva dare una mano solo per una cosa. Il discorso è solo per quello". Chiaro per gli inquirenti il riferimento alle combine per garantire la salvezza alla sua squadra.
Il Catania dunque rischia grosso. Il prossimo campionato di Serie B rischia seriamente di slittare come confermato da un amareggiato Andrea Abodi. Queste le parole del presidente della Lega di Serie B ai microfoni di SportItalia: "C'è questo rischio di uno slittamento del campionato: servono pulizia e chiarezza. Dispiace che si parli solo delle cose negative. Abbiamo 22 società che lavorano costantemente con noi in un clima di armonia, con un impegno costante sull'integrità. Sembra un discorso paradossale in questo momento ma devo valorizzare la stragrande maggioranza che non vende le partite. Se si sbaglia l'equilibrio tra la giusta intransigenza verso chi commette illeciti e verso la parte sana farei un torto, in un senso o nell'altro. Ci siamo fidati delle 100 ore impiegate in giro per le città incontrando i calciatori e i giovani, parlando dei rischi e delle pene legate alle scommesse illecite. Abbiamo controllato la situazione, forse dobbiamo fare di più. Qui si controlla tutto, sempre. Ero convinto, al di là delle anomalie riscontrate in sede di scommesse, che il campionato fosse stato lineare e regolare. L'ho pensato anche sulla base di un dato tecnico. Tutte le undici gare dell'ultima giornata decidevano qualcosa in classifica. Per noi poteva essere un livello di garanzia. Abbiamo svolto tutta una serie di attività quotidiane legate alle 22 società, come portare i calciatori negli ospizi e nelle prigioni per allenare le coscienze".