Catania, Daspo di 5 anni a Pulvirenti. La Questura: “Rischi per la sua incolumità”
Nel giorno in cui al Tribunale Federale Nazionale di Roma si apre il processo sportivo sulle partite comprate dal Catania cala la prima stangata sull'ex presidente degli etnei, Antonino Pulvirenti. Non arriva dalle stanze della Procura Figc bensì dalla Questura di Catania che ha emesso il Daspo per la durata di 5 anni nei confronti dell'ex massimo dirigente e dell'amministratore delegato, Pablo Cosentino. Un provvedimento interdittivo che vieta a entrambe di assistere a manifestazioni sportive e scaturisce dall'inchiesta ‘I treni del gol' condotta dalla Procura della Repubblica siciliana sulle partite comprate dal Catania in B nella corsa salvezza.
"Il provvedimento interdittivo trova pieno fondamento nel reato di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive – secondo le valutazioni della Questura – , per il livello mediatico raggiunto". Il riferimento è "all'imponente e preoccupante coinvolgimento di persone sfociato il 20 giugno scorso in una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato 2.500 persone che scandivano cori e slogan contro Pulvirenti e altri dirigenti del Calcio Catania". Il Daspo, come si apprende dalle motivazioni del provvedimento, "è emesso per preservare Pulvirenti, Cosentino e tutti gli altri soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria da concreti rischi per la propria incolumità".
Quanto al processo in corso presso la Procura Federale, è Stefano Palazzi a occuparsi della vicenda: il presidente Pulvirenti, principale accusato nell'ambito del dossier aperto sul Caso Catania, potrebbe scontare una pena di 5 anni ed evitare la radiazione, grazie anche alla collaborazione e al patteggiamento espressi. Che fine farà invece il club etneo? Rispetto alla possibilità iniziale di essere costretto a ripartire dai Dilettanti dovrebbe rischiare solo la retrocessione in Lega Pro.
"Vendo il Catania, lascio tutto"
"Ho messo tutto in mano a un avvocato – afferma Pulvirenti all'uscita dell'udienza in Figc -. Esco da proprietario del club. Ho fatto i nomi di altri giocatori e situazioni che sono coperte da segreto, il procuratore deve fare ulteriori indagini… Ero in una situazione dove sono stato pesantemente minacciato, a Catania non è semplice. Mi sono stati recapitati dei proiettili con delle minacce di morte a me e alla mia famiglia. Ho fatto un errore, dovevo essere più forte. Il Daspo? Me lo sono già dato da solo perché non assisterò più alle partite nemmeno da spettatore".