Caso Pergocrema, sei mesi di squalifica per Mario Macalli

Mario Macalli, presidente della Lega Pro, è stato condannato a sei mesi di inibizione per il caso Pergocrema. Ma la sentenza del Tribunale Federale Nazionale è stata tutto sommato lieve: l'accusa chiedeva otto mesi, e se al posto di sei mesi fosse stata più lunga di un solo giorno, si sarebbe dovuto provvedere, in base allo statuto della Lega Pro stessa, all'elezione di un sostituto, scatenando di fatto un vero e proprio terremoto nel sistema calcio italiano.
I giudici hanno riconosciuto Macalli, classe 1937 ed in carica come presidente della Lega Pro dal 10 gennaio 1997, colpevole di violazione dell'articolo 1 bis del Codice di giustizia sportiva: avrebbe infatti registrato quattro marchi riconducibili a possibili nuove società da far nascere nella sua città di Crema, cedendone poi uno al Pizzhighettone, che ha poi cambiato sede e denominazione sociale diventando la Pergolettese. Inoltre, Macalli non avrebbe elargito i contributi derivanti dalla legge Meandri al Pergocrema, facendone precipitare la situazione finanziaria già precaria ed interferendo così con il destino stesso della squadra della sua città. Stando agli inquirenti, Macalli "stabilì chi dovesse svolgere l'attività calcistica professionistica nella città di Crema venendo meno al suo ruolo di imparzialità, in conflitto di interessi per l’acquisizione di marchi relativi e denominazioni di società sportive rimanendo a tutt’oggi titolare di tre dei quattro marchi registrati a suo nome".
La squalifica rischia però di aprire una forte polemica: se infatti il suo ruolo di consigliere e vicepresidente Figc è praticamente salvo (per decadere è necessario un anno ed un giorno di squalifiche complessive incassate negli ultimi dieci anni), quello di presidente della Lega Pro potrebbe essere a rischio. Lo statuto della Lega Pro infatti prevede che in caso di squalifiche superiori ai sei mesi, bisogna provvedere a nuove elezioni. La squalifica di Macalli è di sei mesi esatti, e dunque dovrebbe essere salvo. Ma il dibattito rischia di trascinarsi nelle settimane a seguire, e non è escluso che dopo diciotto anni di permanenza in poltrona, Macalli non possa decidere di farsi da parte spontaneamente. Ipotesi che comunque, almeno per ora, appare alquanto remota.