Caso Infront, si ipotizzano fondi neri

Da un paio di mesi la procura di Milano sta effettuando delle indagini sulla società Infront Italia, advisor della Lega calcio. Fin qui sono state effettuate delle contestazioni formali e nell’inchiesta sono finite alcune squadre di Serie A e di Serie B, che pare abbiano ricevuto dei finanziamenti indebiti da Infront, accusata anche di ‘turbativa d’asta’ e di ‘false comunicazione agli organi di vigilanza’. Gli investigatori, dopo aver letto il rapporto della Finanza, sospettano che siano anche circolati dei fondi neri.
La guardia di Finanza, nella ricostruzione fatta oggi dal quotidiano ‘La Repubblica’, nei due rapporti che hanno dato il via a questa inchiesta, ha parlato apertamente di ‘indebiti profitti’. La vicenda ruota attorno alla fiduciaria svizzera ‘Tax and Finance’. I pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi negli atti infatti hanno scritto: “Il tipo di attività garantito da Tax&Finance s.a. concerne sostanzialmente alla creazione di strutture societarie off shore destinate a gestire occultamente risorse finanziarie ovviamente generate in modo illecite”. Infront, secondo quanto risulta al Nucleo di polizia tributaria, dei circa 300 clienti italiani, è il cliente più remunerativo per T&F. L’advisor della Lega Serie A ha 500 dipendenti e clienti di prim’ordine come la Fifa, la Lega Calcio, la Serie B, gestisce i contratti riguardi la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana, il Milan, la Lazio, lo Schalke e il Werder Brema.
Dalle indagini della Finanza e da quelle dei magistrati milanesi si nota da un lato uno studio svizzero di commercialisti specializzato nella creazione e nella gestione dei fondi neri, mentre dall’altro una società monopolista nel calcio italiano. La Finanza prova a spiegare come sono legate queste due entità: “Dalle indagini emerge il ruolo baricentrico dello studio Tax&Finance, che si frappone tra il cliente e gli altri interlocutori economici, attraverso le proprie società fittizie, appositamente create e amministrate per perfezionare operazioni strutturate ad arte e finalizzate alla raccolta di indebiti profitti”.
I finanzieri avrebbero individuato due società create dai commercialisti di Lugano per ‘aiutare’ Infront, denominate con nomi di fantasia ‘Aloca’ e ‘Deruta’. Tra i documenti messi a disposizione degli indagati emerge anche un rapporto diretto tra il patron del Modena Antonio Caliendo e il presidente della Lazio Claudio Lotito. L’ex procuratore sportivo alla fiduciaria svizzera consente di “intervenire direttamente nella gestione amministrativa’ delle sue società. Caliendo ha richiesto a ’T&F’ di predisporre una lettera di sollecito al presidente della Lazio intimandolo di provvedere al pagamento di un importo dovuto”. E questo importo, sospettano gli investigatori, sarebbe stato poi saldato tramite società off shore.
In serata è giunta una nota da parte di Infront Sports & Media che vuole chiarire che ciò ha scritto ‘La Repubblica’ si basa su informazioni fuorvianti e incomplete. Infront non è stata contattata prima della pubblicazione dell’articolo per verificare i fatti. Le modifiche del board di Infront Italy fanno parte di un ampio programma di razionalizzazione di tutti i Consigli di Amministrazione a livello di Gruppo Infront, definito a maggio 2015.