Caro Gigio, gli esami non finiscono mai. Soprattutto se li eviti
Non è di certo un bel periodo per il giovane Gianluigi Donnarumma che a diciottani si sta affacciando alla vita dal portone principale e si è ritrovato sulla strada maestra in pieno traffico. Situazioni più grandi di lui, come per qualsiasi appena maggiorenne che di gavetta ed esperienza ne deve ancora fare e – malgrado gli straordinari presupposti per diventare un grandissimo nel suo mestiere – che di errori ne deve ancora compiere prima di imparare per bene. Eppure, da tutta questa vicenda più che lo spessore del professionista, che ha fatto della propria attività calcistica il proprio presente e futuro anche economico, a uscire ridimensionata e in parte abbruttita, è la parte umana del ragazzo, sballottato dagli eventi in evidente difficoltà nel mantenere fede alla rotta.
Tanto, troppi, sono stati gli sbagli nel gestire una situazione di certo più complicata e delicata del previsto, ma prevedibile, soprattutto da chi ha più anni, più esperienza, maggior conoscenza della vita e dei suoi tranelli. Lungi dall'imputare ai suoi cari, amici, vicini e parenti il demerito di averlo consigliato male, di aver posto davanti a tutto eventuali paradisi dorati fatti prospettare o – ancor peggio – fatti toccare con mano.
Dal momento del famoso ‘no' a Fassone e Mirabelli tra le mura di Casa Milan, ai post sui social tra insulti e hackeraggi vari, tra un Europeo disputato con il peso evidente tra i guanti e l'ultima figa in aereo ad Ibiza preferita ai banchi di scuola, la figura umana del giovane Gigio ne esce ridimensionata e ridotta ad un ragazzino incapace di far fronte agli esami che la vita ha deciso di sottoporgli per tastarne la maturità.
Doveva essere una questione professionale, di prospettiva, di scelte che evadevano dal mero denaro o dai dettami del cuore. E invece, l'affare Milan si è ridotto ad una semplice compravendita di soldi. I fatti dicono questo: i 6 milioni per 5 anni strappati al club (che aveva sottoposto il rinnovo ad altre cifre più contenute ma rigettate in toto) pesano come il prezzo al quale Gigio si è venduto, o è stato venduto. Perché dietro a tutto ciò ombreggia l'intramontabile Raiola, il super procuratore abituato a trarre oro dalla paglia. L'ha fatto con Ibrahimovic, con Balotelli, con Pogba, con Lukaku (imminente il passaggio del belga alloUnited per 85 milioni), lo sta facendo con Gigio, passato da 160 mila euro annui a 6 milioni.
Con un contorno in tutto ciò che sa di ulteriore bocciatura dell'uomo Donnarumma. La clausla del fratello quale vice a 1 milione di euro all'anno (mai cifra così alta per un secondo in Italia) dopo che lo stesso Antonio aveva giurato di guadagnarsi ogni centesimo autonomamente; la difesa davanti agli attacchi dei tifosi, ad una famiglia "che ci ha insegnato quali sono i veri valori" mentre in queste ore si stanno discutendo le percentuali da dare a Raiola nell'operazione rinnovo; il cinguettio pro procuratore qualche istante prima di un post riparatore su Instagram, poi prontamente cancellato dallo stesso Gigio con un altro tweet in cui denunciava hacker nei suoi account. Infine, l'ultimo cortocircuito con gli esami di Stato abbandonati all'ultimo per godersi le vacanze a Ibiza via jet privato.
In mezzo, un Europeo giocato da comprimario, senza alcun intervento risolutore a chi stava affrontando il suo primo esame professionale più importante, condito da conferenze anonime in cui si è sempre rimandata la risposta definitiva, affidata poi a terzi. Insomma, una bocciatura dietro l'altra per il giovane Gigio che non sembra proprio pronto per gli esami che la vita gli sta ponendo davanti. Perchè non riesce nemmeno ad affrontarli. Figuriamoci superarli.