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Caro Benitez, ‘cca nisciuno è fesso

Il Napoli continua a lasciare punti per strada in maniera sciagurata (ne ha 6 in meno rispetto all’anno scorso) ma la ‘pistola fumante’ non può essere solo in mano ai calciatori. A Palermo come a Torino sono emerse le solite pecche di una squadra che arriva a un passo dal traguardo e poi scivola sulla buccia di banana.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Napoli ha 6 punti in meno rispetto all'anno scorso e continua a lasciarne per strada in maniera sciagurata. Poteva tenere il fiato sul collo della Roma, le ha concesso ancora una volta un sospiro di sollievo. Il Torino era reduce da una battaglia (combattuta e vinta) al San Mames di Bilbao, laddove gli azzurri ci avevano rimesso le penne, i soldi e i sogni della Champions. Il Napoli no, in Europa League aveva passeggiato contro il Trabzonspor e anche per questo non è accettabile vedere in campo una squadra conciata in quel modo. Timida, impacciata, imballata, imbrigliata. Ventura (come Iachini del Palermo) non ha la stessa esperienza internazionale di Benitez, né il suo palmares e nemmeno una rosa tecnicamente più forte, eppure sia contro il Palermo sia contro il Torino il Napoli ha sofferto, arrancato e poi è caduto in maniera fragorosa per il gollonzo della domenica. Al Barbera è stato croficisso Rafael, all'Olimpico Koulibaly e l'intera difesa avrebbero meritato la nomination della Gialappa's per quel pasticcio combinato nella ripresa su calcio d'angolo.

Palermo e Torino sono belle realtà del calcio italiano, brutti clienti per chiunque di questi tempi e il Napoli ha concesso a entrambi uomini e gioco: il centrocampo sguarnito sull'isola, l'attacco desolato e privato della buona vena di Gabbiadini. L'ex doriano è il calciatore più in forma del momento, più di Callejon (non pervenuto), più di tutti s'è integrato meglio con Higuain sedotto, abbandonato e trascinato come pezzo di legno dalla risacca granata. Ai rosanero, addirittura, il Napoli ha regalato anche 4 punti e 6 gol (pareggio rocambolesco al San Paolo 3-3, sconfitta in Sicilia 3-1), un delitto ma la ‘pistola fumante' non è solo in mano ai calciatori. L'arbitro ha sbagliato qualche valutazione? Forse, nella buona e nella cattiva sorte ogni tanto capita. Però non basta a giustificare il rendimento di una squadra che s'accende a Doha – nella finale di Supercoppa – e si spegne come fuoco fatuo contro avversari di rango inferiore rispetto alla Juve di Pogba, Vidal, Tevez, Pirlo, Buffon. Che arriva a un passo dal traguardo e poi scivola sulla buccia di banana. ‘Ci può stare' e traccheggiare in tv, parlare di stanchezza, fino a sfiorare il ridicolo replicando con fare dispettoso alle obiezioni degli opinionisti, sono una bella sceneggiata per distogliere l'attenzione dalle responsabilità dei singoli, dalla realtà dei fatti. Però, ‘cca nisciuno è fesso… nella doppia accezione, caro Benitez.

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