Carlisle, ex QPR, racconta: “Ho tentato il suicidio”

Clarke Carlisle ha raccontato tutto a The Sun. Ha tolto il tappo all'anima e lasciato che scorresse via ogni cosa: ansia, paura, sentimenti covati e repressi, senso di smarrimento e ‘non ritorno', la malinconia che t'assale quando a 35 anni sei troppo vecchio per continuare a correre sui campi di calcio ma ancora troppo giovane per considerarti alla fine della carriera, di un percorso, della tua vita che si trova d'un tratto in fuorigioco. Per l'ex difensore del QPR è stata dura: ha toccato il fondo ed è risalito, ce l'ha fatta nonostante tutto. Nonostante una forma grave di depressione l'avesse spinto sul baratro e poi giù. "E' stato il momento peggiore, il più basso della mia vita". Problemi finanziari, l'addio al calcio e un lavoro da opinionista concluso in maniera traumatica, licenziato in tronco. Gli cadde il mondo addosso e ne restò schiacciato.

Il 22 dicembre scorso, a pochi giorni dal Natale, venne sopraffatto dai cattivi pensieri e tentò il suicidio: si lanciò sotto un camion che transitava sulla A64, la bretella d'asfalto tra Leeds e York. Non doveva morire, non era la sua ora. La vita con lui è stata indulgente: l'ha risparmiato e gli ha concesso un'altra possibilità. Se la cavò con gravi fratture e lesioni interne. Ammaccato, ferito e contuso ma si salvò. A distanza di qualche mese, dopo un lungo ricovero in un reparto psichiatrico, ha narrato la sua storia al tabloid. E l'ha fatto senza nascondere niente, nemmeno a se stesso: "Quando mi hanno dimesso non mi sono presentato come Clarke, l'ex calciatore, ma come Clarke, un paziente con disturbo mentale – ha aggiunto ai microfoni del Sun -. Il tempo trascorso in ospedale mi ha aiutato a capire che quel gesto era sbagliato".