video suggerito
video suggerito

Capello: “In Italia non torno. Juve favorita, Roma ottima squadra”

Il ct italiano della Russia ne ha per tutti: “Sono molto attaccato, molto orgoglioso della mia patria, sono uno che viene dal confine con la Jugoslavia. Però purtroppo è un Paese che parla, parla, ma non decide e si critica e basta”.
A cura di Maurizio De Santis
3 CONDIVISIONI
fabio capello sulla panchina della russia

Dalla Russia con (poco) amore e nessun rimpianto. Al punto da far esclamare al ‘compagno ct', Fabio Capello: "In Italia non torno". E se ne sta a osservare da lontano cosa accade sul suolo patrio. "La Juventus vincerà anche l'anno prossimo, senza problemi, perché è la squadra più forte, che cerca di rinforzarsi. Non vedo altre squadre che possano cercare di scalzare la Juve dal tetto. Soprattutto perché non ci sono i soldi per effettuare degli investimenti e comprare dei giocatori". Concetto chiaro e poi torna a un vecchio amore.  "La squadra che penso possa fare di più è la Roma – perché ha una buonissima rosa, un buon potenziale. E' una squadra giovane, una realtà che dopo 2 anni con un po' di confusione nell'aspetto tecnico, quest'anno dovrebbe prendere una decisione importante e prendere un tecnico che la possa guidare dall'inizio alla fine". Lui, però, sta bene dov'è e ad accomodarsi su una panchina tricolore proprio non ci pensa per il momento. "Purtroppo è un Paese in cui si litiga e non si fa. Un'amarezza. A tutti i livelli. A livello politico. Non si decide mai. Si parla, si parla, si decide poco. E a uno come me che è molto decisionista fa tristezza. Sono molto attaccato, molto orgoglioso della mia patria, sono uno che viene dal confine con la Jugoslavia. Però purtroppo è un Paese che parla, parla, ma non decide e si critica e basta". Ancelotti, Ranieri, lo stesso Capello e poi Spalletti: gli italiani lo fanno meglio (allenare) ma all'estero. "Successi che arrivano perché siamo elastici, sappiamo interpretare i vari moduli, capiamo dove viviamo, sappiamo valorizzare i giocatori che abbiamo a disposizione. Questa elasticità manca a molte persone. Abbiamo una visione globale del calcio, e questa ci aiuta molto". Funziona ovunque, fuorché in Italia: per la serie, nessuno è profeta in patria… "Al quinto anno al Milan nel 1995 dopo che avevo vinto 3 scudetti, 3 finali di Coppa Campioni, Supercoppe, mi fu detto ‘Noi dobbiamo vincere, se non vince la mandiamo via', allora io dissi al signor Galliani: ‘Guardi io vinco e vado via. Vinsi e andai via… Ferguson per 6 anni non vinse niente e rimase sulla panchina del Manchester".

3 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views