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Capello: “De Ligt? Ora tutto è fallo, si devono legare le mani dietro la schiena…”

L’ex tecnico e oggi opinionista sportivo ha fatto il punto della situazione sulla ‘deriva’ del calcio, ostaggio della moviola: “Ogni tocco sbagliato adesso è sempre fallo, manca continuità e ne è vittima il gioco. Gli arbitri dovrebbero essere più all’inglese. Il Milan? Manca un leader. Zaniolo? Il miglior talento italiano”
A cura di Alessio Pediglieri
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Fabio Capello ha fatto il punto della situazione sull'ultima giornata di Serie A che ha visto ancora una volta la fuga della Juventus stoppata dalla vittoria esterna a Bologna dell'Inter di Conte. Un testa a testa entusiasmante così la rimonta della Roma di Zaniolo che si è riportata prepotentemente in zona Champions League. Mentre si registrano le crisi di Napoli e Milan, risucchiate dal vortice di una classifica cortissima che al momento li relega fuori dalla zona Europa.

Un calcio ostaggio della moviola

Ai microfoni di Radio Rai l‘ex tecnico oggi stimato opinionista televisivo ha sottolineato come la nuova frontiera del calcio non stia assolutamente piacendo. Una ‘deriva' che Capello ha sottolineato essere negativa per il gioco, lo spettacolo ma anche per gli stessi protagonisti in campo che stentano a capire come doversi comportare: "Ogni minimo contrasto, ogni minimo tocco, con la moviola diventano tutti falli da fischiare, sempre. Mi piacerebbe che gli arbitri usassero un metodo ‘inglese' perché in questo modo manca la continuità di gioco".

Il ‘mani' di de Ligt, giusto non fischiarlo

L'esempio più eclatante sono le polemiche attorno al ‘mani – non mani' di de Ligt nel derby della Mole contro il Torino sul risultato di 0-0. Un tocco evidente, non fischiato dall'arbitro e non sanzionato dalla moviola che rappresenta la classica eccezione a quanto avviene sui campi ogni domenica: "Il mani di De Ligt nel derby? In area di rigore devono legarsi le mani, non si può più avere l'equilibrio con le mani aperte perché rischi il fallo. Poi che sia rigore o meno tutto dipende dalla pericolosità della palla".

La crisi del Milan e l'assenza di un leader

Il pensiero poi, al Milan in eterna difficoltà. La sconfitta a San Siro contro la Lazio ha evidenziato un trend che non accenna a placarsi, figlio di disattenzioni ed errori che si pagano col prezzo più alto: il gol subito.  "Giocano con paura, con timore e non stanno rendendo secondo il loro valore. Soprattutto a San Siro si nota la mancanza di serenità per dare il meglio. Pioli deve fare un lavoro psicologico. I problemi sono soprattutto nella testa, ci vorrebbe qualcuno – che in questo momento non c'è – che trasmetta dei valori, che ha ancora il Dna del vecchio Milan. Serve un leader che faccia capire le idee di gioco e soprattutto creare un gruppo".

Il più forte giovane italiano: Zaniolo

Infine, un altro pensiero ad un giovane in particolare che sta facendo la differenza, Niccolò Zaniolo, autentico gioiellino della Roma di Fonseca capace con tre successi di fila a riportarsi in zona Champions League. Merito soprattutto delle prestazioni e dei gol del centrocampista che nel momento di maggior difficoltà (tra assenze e infortuni) sta dando qualcosa in più alla squadra: "Ne sono un ammiratore: è il più forte talento che abbiamo in Italia. Io stesso ho avuto dei giovani che si sono persi, vedi Cassano".

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