Caos Parma, Lucarelli: “E’ uno schifo”. Pizzarotti: “No agli sciacalli”
"Sta diventando una farsa e lo dico con tristezza, perché è tutto uno schifo". La rabbia e l'amarezza nelle parole del capitano del Parma, Alessandro Lucarelli, scandiscono l'ennesima giornata di colpi di scena: l'arresto del presidente Manenti nell'ambito dell'operazione ‘GFB-Oculus' è avvenuto alla vigilia dell'udienza fissata per decidere sulla richiesta di fallimento presentata dalla Procura. Una lenta agonia nell'attesa che qualcuno – nella fattispecie un giudice – stacchi la spina a una società morente, passata di mano in mano e abbandonata a se stessa. "Al momento non mi sento di rilasciare dichiarazioni su quanto accaduto – ha ammesso il calciatore ai microfoni, prima di entrare nel centro sportivo di Collecchio -, c'è da capire se dietro questa vicenda c'entra anche il Parma. E' l'ennesima bastonata in faccia che prendiamo noi calciatori, i tifosi, la città. Spero solo che tutto questo finisca in fretta perché davvero non ne possiamo più. E' da novembre che andiamo avanti così. Se giochiamo domenica? E' da tempo che è difficile giocare…".
"La moglie fa la badante, vivono con la pensione della madre. Però meglio così, ce lo siamo tolti di mezzo". A parlare così è Fiorenzo Alborghetti, manager bergamasco delle Cartiere Pigna di Alzano incaricato di gestire, con l’ad Pietro Leonardi, il passaggio di proprietà da Taçi a Manenti. Dal quel groviglio s'è tirato fuori in tempo e adesso intercettato dai giornalisti ammette: "Non mi aspettavo l'arresto credevo che al massimo millantasse di avere dei capitali senza avere niente in mano".
Il sindaco di Parma, Pizzarotti, ha commentato duramente l'episodio pubblicando un messaggio sul proprio account di Twitter: "Lo dissi da subito: a #Parma nessun spazio per i disonesti. Nessun sciacallo tocchi i parmigiani, la città e la nostra squadra. #SaveParma". Il primo cittadino aveva rotto i ponti con il presidente degli emiliani dopo l'incontro fissato per verificare intenzioni e solvibilità del piano finanziario che il massimo dirigente ha sempre affermato d'aver già approntato per rilanciare la società. Nei giorni scorsi l'Amministrazione comunale, alla luce dei debiti vantati, aveva anche revocato la concessione dello stadio.
Parma-Torino si gioca? La partita resta a forte rischio per una ragione molto semplice: chi si accollerà adesso le spese per l'utilizzo della struttura? Finora (per la sfida interna con l'Atalanta e la trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo) sono intervenuti sponsor privati a coprire le somme necessarie. Con l'arresto di Manenti, però, la vicenda s'ingarbuglia ulteriormente e se il Tribunale non dichiara fallita la società (con la contestuale entrata in scena dei curatori fallimentari) non potranno essere utilizzati i 5 milioni di euro previsti dal piano della Lega Calcio per assicurare che il campionato arrivi al naturale compimento. Chi metterà mano al portafogli? Perché ci sia il fischio d'inizio contro il Torino servono circa 40 mila euro e il pagamento di servizi annessi. Il gruppo Proto – lo stesso che aveva provato a trattare con Manenti l'acquisto del club – ha dato la propria disponibilità anche al Comune a pagare l'importo necessario. L'ex presidente del Frosinone, Alfredo Scaccia, pure ha manifestato il proprio interesse al sindaco per rilevare il Parma. Ipotesi futuribili, il presente è solo un grande punto interrogativo.